Firenze, 20 ottobre 2020 - Sarà che il primo giorno di entrata in vigore del nuovo dpcm è coinciso con il lunedì che è una giornata in cui, di solito, i locali battono scontrini più a singhiozzo ma ieri, al banco di prova con le nuove direttive, Firenze era quasi irriconoscibile con le sue strade deserte e i tavolini praticamente vuoti. “I fatti parlano da soli, già prima di questo nuovo decreto le persone avevano smesso di uscire la sera. Non tanto per la limitazione dei posti ma per la paura, in tanti si sono lasciati prendere dal panico dei divieti” apre le spalle Vania Focardi, titolare dell'Enoteca BevoVino nel quartiere di San Niccolò, uno dei più belli e vivaci che è riuscito negli anni a difendersi e a salvaguardare la sua identità.
A pochi metri, Alfredo Ceccarelli, I' Pizzacchiere, sottolinea la mancanza di chiarezza per attività come la sua, una pizzeria. “Nello specifico – dice - per noi è tutto da vedere. Noi siamo nati come attività da asporto ma abbiamo anche la possibilità di far sedere le persone, quindi in questo decreto ci sono tanti punti interrogativi. Come sta andando? Firenze, come tutte le città d'arte vivono di turisti, quindi in questi mesi manca l'anima. I fiorentini per fortuna scelgono ancora San Niccolò ma non bastano”.
Coprifuoco alle 21 nelle zone della movida dove si verificano assembramenti, vietate le tavolate nei ristoranti e i convegni in presenza. Ma anche palestre sotto la lente: resteranno aperte solo se si adegueranno in una settimana ai protocolli di sicurezza anti-Covid. No a sagre e fiere di paese, sì solo a manifestazioni fieristiche a carattere nazionale o internazionale. Sono alcune delle novità introdotte dal nuovo dpcm approvato nella serata del 18 ottobre dopo un lungo dibattito e un braccio di ferro e accolte tra timori e dubbi dalle attività fiorentine.
Le nuove misure sono in vigore a partire dal 19 ottobre e fino al 21 novembre. “Ci siamo organizzati per rispettare tutte le direttive contenute nel nuovo decreto. Purtroppo però il timore è che avremo delle grosse ripercussioni sugli affari. Come potete vedere, il locale è vuoto. Le persone hanno paura a uscire” sottolineano Antonello Piterà e Gerardo Ferrigno del Boccadarno mentre indicano il dehors deserto. Il nuovo dpcm non risparmia nemmeno i circoli Arci. “Dalle 18 in poi i nostri soci non potranno assumere prodotti da banco, che è l'anima del nostro servizio - conclude Leonardo Sgatti, presidente del circolo Arci San Niccolò -. Il rapporto umano, di relazione tra i soci o con il barista, anche se a distanza come avvenuto fino a ora, verranno a mancare. Inoltre, la maggior parte delle attività che si fanno all'interno di un circolo non potranno più essere fatte: queste ulteriori direttive limiteranno ancora di più tutte le attività di socializzazione che sono il cuore del circolo. Tutto questo per noi, come per tutto il terzo settore, è un bel problema, il rischio è che perderemo sempre più soci”.