di Rossella Conte
FIRENZE
Firenze rischia di perdere un altro pezzo della sua storia. Dreoni Giocattoli, il negozio di via Cavour che da oltre un secolo fa sognare generazioni di bambini, si trova davanti a un bivio: o la chiusura definitiva o il ridimensionamento dell’attività.
Un pugno al cuore per la città, per le sorelle Silvia e Laura Dreoni, terza generazione alla guida dell’attività, e per tutti coloro che in quel labirinto di meraviglie hanno passato momenti indimenticabili. Le due titolari parlano con la voce rotta dall’emozione. "È una decisione sofferta, ma non potevamo fare altrimenti. Così non reggiamo più. Per stare in piedi dovrebbero entrare almeno mille persone al giorno, invece ci usano come vetrina: guardano e poi comprano online", raccontano con amarezza.
Una crisi che ha radici profonde, iniziata con la pandemia e aggravata dalla crisi della natalità e dal cambiamento delle abitudini d’acquisto. "Oggi i bambini hanno già il tablet o il cellulare a tre anni. Noi abbiamo sempre creduto nel giocattolo tradizionale, quello che stimola la fantasia e aiuta a crescere. Ma il mondo sta andando in un’altra direzione", spiegano Silvia e Laura. E poi ci sono i costi di gestione, gli stipendi di sette dipendenti e anche se il fondo è di proprietà, sottolineano, "le spese sono comunque tante". Il centro storico, con le sue difficoltà di accesso, non aiuta. "Gli anni della tramvia sono stati duri e, anche se ora i cantieri sono chiusi, non è cambiato nulla". Lo scorso primo febbraio sono iniziate le svendite che andranno avanti fino a metà marzo: il negozio deve essere svuotato. "Valuteremo cosa fare quando gli scaffali saranno vuoti. Forse un ridimensionamento, questo spazio è troppo grande a oggi, o forse la chiusura definitiva, noi stiamo facendo il possibile ma non è semplice rimanere in piedi", dicono le sorelle Dreoni. "La cosa che più ci rattrista è che quando chiude un negozio come il nostro, si spegne un pezzo di città".
E Dreoni Giocattoli è molto più di un semplice negozio. Fondato nel 1923 con il nome "Al Nuovo Emporio", l’attività nacque grazie a Enrico Miniati, già proprietario della Casa dei Balocchi di via Calzaiuoli. Alla sua morte, i figli decisero di vendere. Fu allora che Danilo Dreoni, commerciante di Borgo San Lorenzo, vide il cartello e propose alla famiglia di acquistarlo. Negli anni Sessanta il negozio aveva una sola vetrina, poi si è espanso inglobando spazi vicini, fino a diventare un vero e proprio paese dei balocchi.
Un luogo magico, dove i bambini potevano perdersi tra scaffali pieni di giochi di legno, peluche e trenini. Oggi quel paese dei balocchi rischia di chiudere per sempre. L’ennesima vittima di un mondo che cambia troppo in fretta, lasciandosi alle spalle pezzi di storia e di identità. Firenze sta per perdere un’altra icona, e con essa un pezzo della sua anima. La chiusura di Dreoni non è solo una questione commerciale, ma un simbolo della trasformazione sociale ed economica della città.
Molti clienti, nel sapere della possibile chiusura, hanno espresso la loro solidarietà alle titolari, ricordando con affetto il primo giocattolo acquistato, la meraviglia provata da bambini entrando in quel negozio senza tempo. Dreoni è stato un punto di riferimento per i fiorentini, un luogo dove la magia prendeva forma, dove il tempo sembrava sospeso tra peluche giganti e bambole di porcellana. Se dovesse chiudere, non sparirebbe solo un negozio, ma un pezzo della memoria collettiva della città.