Firenze, 13 giugno 2019 - In piazza Stazione lo scambio avviene di giorno. Anche se per riuscire a vedere quello che a primo acchito non c’è, bisogna saper guardare. Captare gli sguardi, conoscere le parole in codice, distinguere mani che si muovono velocemente. Tra piazza dell’Unità e largo Alinari, passando fino ad arrivare agli anfratti di piazza Adua, i nordafricani tengono le redini dello spaccio.
E le tattiche di vendita sono sempre più raffinate, si adattano alla domanda e alla pressione delle forze dell’ordine. Quando i pusher intuiscono che la postazione è sorvegliata, si spostano di pochi metri. L’obiettivo è lo stesso: sfuggire ai controlli. Una specie di guardie e ladri quotidiana. Ma è la notte che il pugno di cemento che da piazza Adua arriva a piazza dell’Unità fa più paura. Lo sanno bene polizia e carabinieri che settimanalmente si ritrovano a dover intervenire per sedare risse e scazzottate.
Solo tre giorni fa, intorno all’ora di pranzo, un cittadino senegalese di 37 anni e uno camerunese di 32 anni, entrambi già noti alle forze dell’ordine, se le sarebbero date di santa ragione. Nel mezzo è spuntata anche una bottiglia rotta, utilizzata come arma. «Siamo una specie di retrobottega, appena ci si allontana dalle luci via dei Calzaiuoli, la cartolina della città cambia.
E il via vai di persone che entra ed esce dai locali della zona, lascia il posto a balordi di ogni tipo. Siamo stanchi» si sfoga Gennaro Fabbrocini, noto ristoratore della zona. Lo scambio di droga avviene di giorno come di notte ma l’orario di punta è intorno alle 18. Ciondolano nel caldo feroce. Nel giro di pochi secondi ci imbattiamo nel primo pusher, un viso già noto al quartiere e alle forze dell’ordine.
Ci scambia per agenti in borghese, fa finta di girare l’angolo, poi s’intruppa tra i vecchi tossicodipendenti seduti. In pochi minuti ne contiamo almeno sette. «E’ intollerabile sopportare la strafottenza, quando non le vere e proprie minacce, di queste persone che abbiamo denunciato e che dopo poco tornano a spacciare, rubare o commettere altri crimini di fronte ai nostri locali, spesso ai danni di clienti, residenti e nostri dipendenti» attacca Aldo Cursano, presidente Confcommercio Firenze nonché titolare di uno dei caffè della zona che più volte si è ritrovato ad assistere a risse e regolamenti di conti in diretta.