Dopo l’intensa interpretazione di Matilde nella serie tv "Tutto chiede salvezza" e dopo una polmonite (per fortuna ormai ampiamente superata) che ha messo in allarme tutti i suoi fan, Drusilla Foer è pronta a tornare sul palcoscenico fiorentino che l’ha vista nascere. Da oggi all’8 dicembre sarà in scena al Teatro Puccini con lo spettacolo "Venere nemica", scritto insieme a Giancarlo Marinelli, con la regia di Dimitri Milopulos, la partecipazione di Elena Talenti, la collaborazione di Alessandro Fani e la produzione artistica di Franco Godi per Best Sound. "Tornare a Firenze per me significa tornare a casa, dopo essere stata in giro per l’Italia, in teatri diversi, tornare nella tua città che coincide con la tua anima è rassicurante e allo stesso responsabilizzante", sottolinea Drusilla, personaggio inventato dall’attore Gianluca Gori con cui condivide la città d’origine. Ispirata alla favola di Apuleio "Amore e Psiche", "Venere Nemica" è un’opera di prosa teatrale supportata da musica cantata dal vivo, con un repertorio inaspettato, intenso e crudele.
"Venere Nemica" rilegge il mito in modo divertente e commovente a un tempo, in bilico tra tragedia e commedia, declinando i grandi temi del classico nella contemporaneità: la competizione suocera/nuora, la bellezza che sfiorisce, la possessività materna nei confronti dei figli, il conflitto secolare fra uomini e dei. Sul palco del Puccini, sottolinea la protagonista, "ci saranno sia Drusilla che Gianluca, perché c’è qualcuno dei due in tutti e due, insieme non si danno noia".
Uno spettacolo dove non mancheranno divertimento, musica e momenti di riflessione. Assieme alla diva a duettare sulla scena l’attrice Elena Talenti nel ruolo della bella e mortale domestica della capricciosa dea che, con disprezzo e ammirazione, invidia il senso della fine degli umani che la circondano.
Proprio i momenti sul palco con Talenti "sono forse i più significativi dello spettacolo. Tra di noi è come se si stabilisse una relazione musicale, di condivisione, di drammaticità". Gli archetipi affrontati nel testo si rivelano di un’attualità disarmante, resa ancora più evidente dal trasparire della personalità spiccata dell’interprete, nel ruolo della dea, ora vivente fra gli umani mortali. Drusilla promette un’esibizione vera ma anche "altalenante, diversa rispetto a quelle fatte fino a ora. Mi sono ispirata a una favola romana e ho isolato un personaggio – aggiunge – Volevo mostrare un punto di vista laterale, perché sono gli sguardi laterali a rivelare la verità di chi manovra una storia. Ho scelto Venere perché non è la protagonista".