Firenze, 21 luglio 2023 – Tre ore di spettacolo, ma da quel palco non sarebbe mai scesa. Drusilla Foer, in una Firenze infuocata, ha portato una ventata di eleganza, ironia, intelligenza e talento. E di questo vento, di questi tempi, ce n’è un gran bisogno. Ritmo comico perfetto e grandi spazi aperti alla riflessione. Eleganzissima strepitosa, a tratti commossa e commovente. Dall’infanzia a Sanremo passando per musiche e ricordi molto cari alla star della serata, toscanaccia di razza. “Che bello esibirmi in questa piazza, posso parlare fiorentino…” E giù con babbo, buccole, cencio, grullo, bischero. La libertà di sentirsi come in una famiglia allargata e poter parlare di tutto. Proprio come Madame Foer ha fatto affrontando temi molto profondi come la salute mentale, la delicatezza nell’approcciarsi agli altri, la forza di un sorriso, l’importanza dell’ascolto e della gentilezza. La guerra, poi, il voler prevalere: esiste un antidoto? Intanto iniziamo col rispettare noi stessi e gli altri.
Occhi al cielo, un momento di silenzio: “Ora salutiamo un amico, è il momento giusto no? Ecco si...”. Occhi celesti… Puppappera. La piazza canta con gli occhi lucidi nel ricordo del grande Francesco Nuti. Un bacio al cielo e “ciao grazie” urlato sopra agli applausi a scena aperta. Conquistati uno per uno dall’autrice e interprete del grande show accompagnata sul palco dai suoi musicisti, Loris Di Leo al piano e Nico Gori al sax e clarinetto ai quali si è unito in alcuni momenti alla chitarra classica il leggendario manager e produttore di Drusilla, Franco Godi.
Non poteva mancare la comparsata al telefono dell’odiosa domestica Ornella, anche lei di famiglia “ormai”!
Cambio d’abito, tripudio di paillette. Drusilla illumina il palco. E il pubblico di conseguenza: torce dei telefonini accese ad accompagnare una delicatissima interpretazione di Purple Rain. Voci e luci all’unisono, una vera magia di mezz’estate con brindisi finale (con gin tonic!) alla bellezza, al dolore e alla volontà.