Firenze, 30 giugno 2020 - E' attesa nel pomeriggio- serata di martedì nell'aula bunker di via Paolieri la sentenza di primo grado sulla morte di Duccio Dini, il ragazzo fiorentino che passava in scooter e che fu ucciso, travolto da un'auto, durante un inseguimento tra rom in via Canova nel giugno del 2018. Gli amici di Duccio si sono ritrovati in piazza Ghiberti e poi hanno appeso, di fronte all'aula bunker, alcuni striscioni per ricordare il ragazzo.
Chiedono giustizia per il loro amico che non c'è più e che incolpevolmente si trovò in mezzo a una violenta faida tra bande. Sono sette gli imputati per la morte di Duccio Dini. Per loro sono state chieste pene che vanno dai 9 ai 22 anni.
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In particolare, la procura ha chiesto una condanna a 22 anni per Kjamuran Amet, 21 e 6 mesi per Remzi Amet, Remzi Mustafa, Dehran Mustafa e Antonio Mustafa, 9 anni per Kole Amet ed Emin Gani. Il pm ha chiesto anche la confisca delle auto coinvolte nell'inseguimento e la trasmissione degli atti alla procura per falsa testimonianza riguardo a un altro nomade.
In mattinata c'è stata la replica del pm Giacomo Pestelli, che ha ereditato il processo dal collega Tommaso Coletta, nominato procuratore capo a Pistoia. A seguire, le repliche delle parti civili e quelle dei difensori dei sette imputati, poi i giudici andranno in camera di consiglio.
L'udienza si svolge a porte chiuse a causa dell'emergenza coronavirus. Ammessi i familiari, che erano nell'aula insieme al vicesindaco di Firenze Cristina Giachi. Il Comune di Firenze è parte civile nella vicenda.