L’amore, questo universo così esplorato eppure così sconosciuto. Ogni storia annovera equivoci, slanci, passi falsi, prudenza, a volte persino imbrogli. Come se alla fine innamorarsi volesse dire cercare se stessi.
Ed è un po’ così che la racconta Ivan Cotroneo che ha scritto e diretto “Amanti“, da venerdì prossimo fino a domenica 2 febbraio al teatro Verdi, testo interpretato da uno degli attori più amati dal pubblico, Massimiliano Gallo, insieme a Fabrizia Sacchi. In scena anche Orsetta De Rossi, Eleonora Russo e Diego D’Elia.
Massimiliano Gallo, cosa aspettarsi da questi “Amanti“?
"La trama può sembrare banale, perché ci sono Claudia e Giulio con i rispettivi coniugi che vanno dallo stesso psicoterapeuta, senza saperlo, e che poi si innamorano. Invece poi con la penna di Ivan Cotroneo ci siamo divertiti a creare una storia che avesse il linguaggio della commedia, perché ci si diverte tanto, ma che poi alla fine fa riflettere su alcune tematiche importanti, perché riguardano l’amore e tutto quello che c’è in questo universo sconosciuto. Diciamo che ci sono scelte particolari che faranno i protagonisti, da non anticipare al pubblico, che faranno cambiare il percorso di entrambi, su cui interrogarsi".
Una commedia che ha avuto grande successo. Perché?
"Credo dipenda dall’empatia con Claudia e Giulio. Non c’è retorica o la voglia di giudicare, ma solo l’idea di mettere in piazza tutte le problematiche, le paure, le ansie e persino i fastidi delle storie d’amore".
Ma cosa ancora non si sa dell’amore?
"Praticamente tutto, perché non lascia mai certezze. Non c’è storia d’amore su cui puoi mettere la firma e prevedere che sarà la stessa nel corso degli anni. E’ un po’ come la vita, un percorso pieno di imprevisti dove tutto è da scoprire".
Lo psicoterapeuta che ruolo ha in tutto questo?
"Da noi è ancora un po’ strano se dici che vai dallo psicoterapeuta. Io invece credo che a un certo punto devi mettere un punto fermo e capire se il percorso che hai fatto è giusto o se è il caso di metterti in discussione. L’analisi in generale fa bene perché ti fa scoprire dinamiche che forse ripeti all’infinito e che magari sarebbe il caso di interrompere se non sono positive".
Insomma, ci si diverte, ma?
"È bello sapere dagli spettatori che si sono tanto divertiti, ma che poi con gli amici si sono ritrovati a riflettere sui percorsi dei protagonisti e a chiedersi: tu che avresti fatto al loro posto?"