
La presentazione del libro ieri a Palazzo Medici Riccardi, aperto dai saluti di Nicola Armentano, consigliere della Città metropolitana
Un dialogo tra età diverse, una riflessione sull’impegno politico e le sfide del presente ma anche un invito a costruire ponti invece di muri. È questo il cuore di Due generazioni, una rivoluzione. Proposte per affrontare le sfide comuni (Rubettino) il libro-dialogo scritto da un over 75, Vannino Chiti, e un under 35, Valerio Martinelli, con la giornalista Chiara Pazzaglia, presentato ieri a Palazzo Medici Riccardi. All’incontro sono intervenuti, oltre a Chiti, l’arcivescovo Gherardo Gambelli, lo storico dell’arte e rettore dell’Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari e Rosy Bindi, ex vicepresidente della Camera e ministra, moderati da Cristina Privitera, vicedirettrice de La Nazione. Il testo, come ha spiegato Chiti, ex presidente della Regione, già ministro per i rapporti con il Parlamento e vicepresidente del Senato – "parte dal dialogo, inteso come ascolto reciproco". Un confronto serrato e rivoluzionario proprio perché con un trentenne, Martinelli, avvocato, ricercatore alla Luis e all’Università di Perugia, anche lui con un’esperienza amministrativa (assessore a Montelupo fiorentino). Due mondi meno distanti del previsto, che si incontrano su valori condivisi e una visione comune: parità di genere, scuola, formazione, lavoro, welfare, previdenza, Europa, pace, transizione ecologica e digitale. Largo spazio alla partecipazione e al ruolo dei partiti, oltre che alla dimensione della spiritualità, come ha sottolineato l’arcivescovo Gambelli. E dell’importanza dell’ascolto reciproco, necessario per correggersi e migliorare, ha parlato anche Montanari, cosa ancora più importante quando si tratta di studenti con i quali è necessario costruire una vera e propria alleanza. Gli autori propongono una sorta di patto tra generazioni per superare le divisioni e affrontare insieme le sfide comuni. Approcci diversi, ma come ha ricordato Bindi "differenze arricchenti, che non arrivano mai allo scontro, ma contribuiscono a far vincere il dialogo. Un testo che sarebbe adatto a costituire la piattaforma di un programma politico".
Gabriele Manfrin