"Il crocifisso negli spazi pubblici? Ha tutto il diritto di starci, perché è il simbolo di una storia". Giovanni Pallanti, storico e saggista di formazione profondamente cattolica, non è mai stato neanche sfiorato dal dubbio. La rappresentazione della figura di Gesù Cristo messo in croce è, a suo dire, la "plastica dimostrazione di un fatto".
Professore, ci spieghi meglio
"Dobbiamo fare un lungo passo indietro. Lo storico ebreo Flavio Giuseppe ha ricostruito le vicende di Cristo riconoscendone l’autenticità storica e lasciandoci dunque la testimonianza di una figura che ha tagliato il tempo in due, prima di Cristo e dopo Cristo".
Lei dunque parla del crocifisso come di un simbolo non solo religioso
"È assolutamente così. Il crocifisso va oltre la fede, racconta la storia di un uomo che ha segnato l’umanità. L’epilogo di Cristo sulla croce è la dimostrazione di un fatto straordinario e irripetibile che ha condizionato la vità dell’umanità".
Perché allora se non offende alcun credo è così osteggiato da certi ambienti?
"Semplicemente per ignoranza. E poi mi faccia dire un’altra cosa".
Prego
"Questo voler cancellare i simboli della tradizione è anche un fenomeno figlio di questi tempi. E non esiste cosa più sbagliata".
C’è chi vede il crocifisso come un’imposizione
"Errore clamoroso. Tutto quello che si narra di Cristo è storicamente provato. Chi chiede una parete bianca nega la storia o soffre di amnesie".
È stata Forza Italia, durante la presentazione dei punti chiave del programma elettorale, a rilanciare la proposta di esporre il crocifisso in tutti i luoghi pubblici per "ricordarci delle nostre radici cristiane"
"Temo che Forza Italia lo faccia fondamentalmente per togliere qualche voto alla Lega...".
Non una giusta causa?
"Direi di no. Il monito dovrebbe nascere da un senso della storia. Già Pietro Leopoldo condannava l’uso dei simboli per fare propaganda".
Ma in Forza Italia ci sono figure estremamente religiose
"Non lo metto in dubbio. Tra di loro come in tanti altri partiti. Ma la stessa Democrazia Cristiana diceva che la religione non va imposta. Ecco perché questo appello ai crocifissi non è naturale che arrivi dal mondo politico".