ERIKA
Cronaca

E’ il tempo delle scelte. L’anno ‘corto’ della sindaca

Pontini Misure, come la regolamentazione degli affitti brevi e lo stop alle keybox, sono state adottate da Regione e Comune....

Pontini

Misure, come la regolamentazione degli affitti brevi e lo stop alle keybox, sono state adottate da Regione e Comune. Bisognerà vedere se imprimeranno davvero un cambio di rotta significativo, e se la fascia grigia di cittadini in difficoltà potrà effettivamente usufruire dei tanto decantati alloggi a prezzi calmierati.

Il pacchetto sicurezza - materia concorrente con le politiche nazionali - è l’altro tema caldo. A Firenze occorrono più agenti perché il loro numero non può essere calibrato soltanto sui 365mila fiorentini, quando con i turisti la città quadruplica le presenze. Quindici milioni di visitatori l’anno non si gestiscono con numeri risicati. Per le Cascine si attende che diventi realtà il progetto della Fondazione targato Palazzo Vecchio, per riempire spazi vuoti altrimenti contenitori di crimine e degrado. E le periferie di Firenze, anche dopo il recente omicidio di un ragazzino, devono far aprire gli occhi: c’è tanto che non va.

Resta la piaga del carcere di Sollicciano: con un assetto politico schierato contro i Cpr considerati come lager, convivere con un penitenziario in cui la detenzione viola i diritti umani è una brutta pagina da riscrivere. A tutti i livelli, visto che nessuno se ne è mai occupato finora in maniera concreta. Poi ci sono i dossier aperti. Il primo si chiama Alia multiutility, o meglio l’ad Alberto Irace. Il Pd preme per un cambio di rotta, dopo aver imposto il no alla quotazione in Borsa e aver mal digerito il cashpooling (la cassa coordinata tra Alia e Estra). Il centrodestra, in una sorta di consociativismo, sembra essere allineato con le tesi dell’area Schlein del partito, e non mancherebbero contatti tra il Pd attualmente al comando, Alessandro Tomasi sindaco di Pistoia (socio della Multiutility), nonchè Francesco Macrì, presidente operativo di Estra.

Un altro grattacapo per la prima cittadina sono i Giorgetti. Il primo è Marco, direttore della Pergola in rotta con Palazzo Vecchio. E’ dato in uscita ma i tempi sono ancora ignoti. L’altro è Fabio, consigliere comunale che, sfumato un posto da assessore, è stato nominato presidente di Toscana Energia. Guerra di pareri legali in corso (in attesa di quello di Anac) sull’incompatibilità con il ruolo di consigliere, ma una mozione di inopportunità politica è già stata avviata.

Sull’Arengario, metaforicamente parlando, si staglia poi il problema dei problemi: lo stadio. Mancano i soldi, manca il cronoprogramna definitivo, ci sarà da capire Commisso quanti soldi metterà (50 milioni?), a quali condizioni per la concessione, e con quale cappotto amministrativo-giuridico il Comune intende rendere l’operazione inattaccabile.

I disagi della tramvia rappresentano un’altra spina nel fianco per i cantieri che impattano sul commercio, e una viabilità che non regge il passo delle grandi città. Serve quel super consulente annunciato ma mai nominato e una control room che funzioni davvero. Sul nodo infrastrutture, Firenze e la Toscana appaiono in notevole ritardo: l’Av sembra finalmente ben avviata, mentre per la FiPiLi è urgente una risoluzione. La nuova pista dell’aeroporto - osteggiata da sempre dagli alleati del Pd - potrebbe essere in dirittura d’arrivo, a meno che il partito del no abbia ancora una volta la meglio.

Quanto alla politica il 2025 sarà l’anno delle Regionali. A cominciare dai nomi. Il primo è quello del candidato governatore: un Giani bis sembra quanto mai vicino ma con due o tre questioni spinose. Avs, Cinquestelle e una Italia Viva che, se sul piano numerico non ha sfondato alle amministrative, ora è ringalluzzita anche dalla recente assoluzione del suo leader massimo Matteo Renzi. Provare a ignorare l’ex Rottamatore non sembra un’opzione, nonostante i mal di pancia. Ma al di là del caso ‘premier’ già si consuma in seno al Pd la guerra alla ricandidatura per i secondi mandati. E tanti scalciano. Almeno questa è però una grana che dovrà gestire la segreteria del partito. Insomma l’anno appena iniziato si accorcia assai perché nei prossimi mesi, a partire da oggi, la sindaca sembra essere chiamata a scelte che condizioneranno non solo il successivo periodo ma l’intero suo mandato.