di Stefano Brogioni
L’avvocato Pietro Fioravanti è morto ieri pomeriggio. A darne notizia, è stata la Camera Penale di Firenze, di cui il legale era stato membro per tanti anni.
Aveva 87 anni. Colpito da una polmonite, le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate negli ultimi giorni. Marchigiano di Appignano del Tronto, provincia di Ascoli Piceno, era stato insegnante di filosofia prima di indossare la toga. Un avvocato specializzato nel “cautelare“, e probabilmente proprio da un passaparola fra detenuti, assunse, nei primi anni ’90, la difesa che lo ha reso più famoso e a cui il suo nome resterà legato per sempre: quella del "mostro", Pietro Pacciani.
Fioravanti è stato uno dei protagonisti non soltanto del caso giudiziario più intricato della cronaca italiana, ma anche di quel processo “show“ che si concluse il primo novembre del 1994 con la condanna all’ergastolo del Vampa per sette degli otto duplici omicidi attribuiti al killer delle coppiette. Con i colleghi Rosario Bevacqua, scomparso nel 2016, e Nino Marazzita, Fioravanti portò a casa pure l’assoluzione del contadino di Mercatale nel processo d’appello.
Resteranno celebri, in quelle udienze trasmesse a Firenze da Canale 10, i suoi interventi per cercare di placare la veemenza dell’imputato. Ma Fioravanti non si era limitato a difendere il suo assistito in aula. Sui delitti del mostro, era infatti convinto sì dell’estraneità di Pacciani, ma era al tempo stesso custode di alcune indicazioni ricevute, che negli anni a venire, quando le indagini si allargheranno fino ai mandanti e agli enigmi perugini legati alla morte nel Trasimeno del gastroenterologo Francesco Narducci, metterà nero su bianco al detective Michele Giutarri. Non ha mai fatto mistero, Fioravanti, di pensare che dietro ai sacrifici dei giovani trucidati dalla calibro 22, ci fosse una setta satanica.
Recentemente, nell’ambito dell’ultima indagine, i carabinieri avevano perquisito il suo studio: gli inquirenti, inviati dallo storico pm Paolo Canessa, con cui non si erano risparmiati battibecchi in aula, cercavano l’originale di un memoriale in cui Pacciani indicava quale "mostro" l’ex legionario Giampiero Vigilanti, l’ultimo degli indagati dell’inchiesta infinita e che curiosamente pure lui aveva difeso, per il possesso di 170 proiettili Winchester “serie H“.
Padre di Mirko e di Alessio. A quest’ultimo ha tramandato la professione dell’avvocato e pure la cultura sul caso del mostro. I funerali si svolgeranno domani alle 10.30 alle Cappelle del Commiato, dove già oggi è possibile fargli visita.