BARBARA BERTI
Cronaca

È sempre una questione di Sen(n)o. Mascino e il corpo delle donne: "Basta con la sessualizzazione"

L’attrice, protagonista in tv nella serie ’I delitti del BarLume’ interpreta un monologo provocatorio "Il tema, attualissimo, è quello della difesa delle donne bimbe e del loro diritto a non bruciare le tappe".

Lucia Mascino va in scena sabato sera alle 21 al Teatro Puccini con. ’Il sen(n)o’, un testo intenso e provocatorio su temi delicati come la sessualizzazione precoce

Lucia Mascino va in scena sabato sera alle 21 al Teatro Puccini con. ’Il sen(n)o’, un testo intenso e provocatorio su temi delicati come la sessualizzazione precoce

"La sensazione del mio ruolo nel mondo, per la prima volta, l’ho provata al bar dove aspettavo l’autobus dopo la scuola, avrò avuto 12 anni, frequentavo le medie. Sullo schermo dei giochini elettronici, per segnare i punti, usciva una signorina seminuda, con due grandi tette. Di colpo, mi sono sentita umiliata? Ma davvero la rappresentazione sociale del mio ruolo è quella? Che tristezza". A raccontarsi è l’attrice Lucia Mascino, nota per il ruolo del Commissario Fusco nella serie ‘I delitti del BarLume’, ora protagonista dello spettacolo teatrale ‘Il sen(n)o’, produzione del Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano, in scena sabato (ore 21) al Puccini. ‘Il sen(n)o’ è un monologo intenso e provocatorio, scritto dall’inglese Monica Dolan e tradotto da Monica Capuani per la regia di Serena Sinigaglia, che affronta temi delicati e attuali come la sessualizzazione precoce, l’oggettivazione del corpo femminile e l’impatto della pornografia.

È vero che è rimasta folgorata dal testo?

"Sì, è la prima volta in cui, invece di essere chiamata da qualcuno, sono stata io a proporre il progetto. Leggendo il testo ho pensato fosse urgente portarlo in scena. Insieme alla traduttrice Capuani e alla regista Sinigaglia abbiamo invitato Dolan al Carcano, a Milano, per studiare le intenzioni e le parole del testo ‘The B*easts’, questo il titolo originale".

Di cosa parla lo spettacolo?

"Tessa è una psicoterapeuta che deve fornire in tribunale un referto su una madre (Karen) che pur di venire incontro ai desideri della figlia giovanissima (Lila) le ha permesso di sottoporsi a un’operazione di ingrandimento del seno, una chirurgia plastica, con conseguenze poi rivelatesi problematiche. Un racconto inventato a partire da una storia verosimile, riguardante la sessualizzazione in cui gli adulti o i marchi commerciali coinvolgono i bambini".

Ma il marketing detta legge da sempre…

"Sicuramente. Ma al giorno d’oggi ancora di più, complice internet. Io da bambina praticavo ginnastica artistica, ma non facevo tutte quelle mosse maliziose che vedo fare alle giovani ginnaste di oggi. La parola ‘sessualizzazione’ è entrata ovunque. Nella zona dell’infanzia e adolescenza è molto più forte rispetto al passato: dai reggiseni imbottiti alle scarpe con il tacco per bimba. In tante, da piccole, abbiamo giocato con le scarpe della mamma ma, appunto, era un divertimento che si faceva a casa".

I responsabili di questo cambiamento della società chi sono?

"Credo la società stessa. Ma lo spettacolo non punta il dito contro nessuno, la ‘mia’ psicoterapeuta non dà risposte, non ha uno sguardo giudicante ma affronta il fenomeno nella sua complessità. Il monologo via via svela particolari e dettagli che aprono ad altre tematiche di estrema attualità. E io, ogni volta che lo porto in scena, lo sento sempre più potente: sono dentro un argomento, la difesa delle donne bimbe, che è attualissimo, c’è bisogno di parlarne. Per me il teatro è questo: un testo urgente".

Prossimi impegni?

"A maggio ritornerò sul set del BarLume, nuovi casi aspettano il Commissario Fusco. Sarò impegnata in un progetto cinematografico di Monica Guerritore e in autunno sui canali Rai arriverà una serie che racconta l’amicizia tra due donne, una milanese snob e una benzinaia romagnola da me interpretata".