Gigliola, Maddalena, Silvana. Nomi d’altri tempi per un volontariato raro, appunto, d’altri tempi, ma in grado di salvare una vita. Le tre donne sono di Scandicci, e passano il loro tempo libero dando sostegno al centro servizio anziani dell’Humanitas. Come ogni settimana, le volontarie stavano svolgendo il loro servizio, che consiste nel chiamare gli anziani assistiti per tener loro compagnia, offrire ascolto e, all’occorrenza, dare supporto e conforto.
Una voce amica fondamentale per combattere la solitudine di chi non ha un sostegno o non se lo può permettere.
E’ stato durante una di queste chiamate, che le tre volontarie hanno percepito qualcosa di strano.
"La donna con la quale stavamo parlando – hanno raccontato - Durante la chiamata con la signora Maria, una delle volontarie ha però percepito qualcosa di insolito. La voce della signora appariva confusa, rispondeva in modo disorientato. Abbiamo percepito che c’era qualcosa che non andava. Ci siamo messe in moto".
Le volontarie, grazie alla formazione specifica ricevuta in associazione, le volontarie hanno cominciato a fare domande alla donna per tenerla vigile e cercare di capire meglio la situazione.
Nel frattempo, hanno provato a contattare i familiari, senza però riuscire a trovarli. Di fronte alla difficoltà di raggiungere qualcuno di fidato, Gigliola, Maddalena e Silvana hanno compreso la gravità della situazione e deciso di chiamare il 112, richiedendo l’invio di un mezzo di soccorso.
Durante l’attesa dei soccorsi, le tre donne sono rimaste al telefono l’anziana, cercando di mantenerla lucida e attenta, affinché potesse aprire la porta e farsi trovare dai soccorritori.
E così è stato: la signora è stata prontamente ricoverata per unmalore, e, grazie all’intervento delle volontarie, ora sta bene.
Questo episodio ha commosso dell’anziana ricoverata che, in segno di riconoscenza, ha voluto ringraziare le volontarie donando una pianta, che si trova nella sede del centro in Via Aleardi.
"Un gesto molto apprezzato – raccontano le tre volontarie – che racchiude un profondo senso di gratitudine, simbolo di vita e di legame, che resta vivo e presente per tutta la comunità".
Il Centro servizi anziani non si limita a supportare la terza età attraverso attività di compagnia, ascolto e stimolazione cognitiva; è un punto di riferimento per gli anziani ed esprime il senso di solidarietà, attraverso l’attenzione a persone che spesso sono sole e vivono in condizioni di fragilità.
"Questa vicenda – fanno sapere dall’associazione – dimostra come il semplice atto di dare ascolto possa fare la differenza, trasformando gesti quotidiani di cura in vere e proprie azioni di sostegno. Un esempio di quanto una comunità unita e solidale possa fare, ricordandoci l’importanza che nessuno va lasciato solo".
Insomma una vita salvata grazie all’impegno delle volontarie e a un servizio, come quello del centro anziani, che può apparire scontato ma che (come ha come dimostrato questa vicenda) svolge un ruolo sociale assolutamente non trascurabile.
Fabrizio Morviducci