
FIRENZE
I ripetuti contratti di collaborazione tra il fisioterapista Francesco Tonarelli e la Fiorentina non erano delle consulenze, ma un rapporto di lavoro "pieno". Così, il medico, dopo la sentenza del giudice del tribunale del lavoro, confermata anche in Appello, è stato appena reintegrato nei ranghi viola.
Il connubio tra il fisioterapista e la società gigliata era cominciato nella stagione 20112012. Con un "incarico di consulenza professionale", Tonarelli si era occupato prima della riabilitazione dei calciatori del settore giovanile, poi dei campioni di Montella e Paulo Sousa. Un rapporto che anche se regolato formalmente da prestazioni ’autonome’, si concretizzava in un impegno sostanzioso ed inquadrato in una turnazione con gli altri membri dello staff sanitario. Tutti i fisioterapisti viola sono presenti al ritiro estivo, poi ad ogni allenamento della squadra (con ’convocazione’ 30-40 minuti prima dei calciatori), mentre in occasione delle partite, in casa o in trasferta, il responsabile del settore fa ruotare il personale.
Al 30 giugno del 2017, il rapporto però si è interrotto. Per la società viola si trattava di una normale scadenza di una collaborazione annuale, per Tonarelli un vero licenziamento. Da lui impugnato.
Due giudizi hanno dato ragione al professionista, anche se la Fiorentina - che ha ’ereditato’ questo contenzioso - ha la possibilità di ricorrere in Cassazione. Ma nel frattempo, assecondando quanto stabilito dai giudici Maria Giuseppa D’Amico, Maria Lorena Papait e Nicoletta Taiti, ha riacceso il rapporto di lavoro con il fisioterapista. "Si tratta di una sentenza di particolare pregio, che, nel riconoscere e valorizzare la centralità della figura del fisioterapista, ha esteso gli approdi della giurisprudenza giuslavoristica ad un settore che, troppo spesso, ritiene erroneamente di beneficiare di una disciplina derogatoria rispetto alla generalità dei rapporti - commentano gli avvocati di Tonarelli, Marco Checcucci, Marco Baldinotti e Ilaria Agati -. Occorre tenere ben presente che il raggiungimento degli scopi di un club, a maggior ragione se milita nel massimo campionato professionistico, non può prescindere dalla tutela della salute e dell’integrità fisica dei propri atleti". Interpellata, la Fiorentina non ha voluto commentare, "essendo i fatti avvenuti durante la precedente gestione".
stefano brogioni