CATERINA CECCUTI
Cronaca

"E’ viavai di topi" Rischio sanitario Proteste a Scandicci

La denuncia di chi abita vicino all’ex asilo diventato area di stoccaggio e rifugio roditori.

"E’ viavai di topi" Rischio sanitario Proteste a Vingone

di Caterina Ceccuti

"La situazione di abbandono della nostra zona è intollerabile. Negli ultimi due mesi ho avuto più volte i topi in casa, e l’ambiente domestico in cui cresco le mie tre figlie ormai non è più sicuro". È seriamente preoccupata Serena Fanti, una mamma di tre bambine – una di cinque anni e due gemelline di due – che abita a Vingone. E come lei chi vive in via Monsignor Oscar Arnulfo Romero, dove da tempo si denuncia il peggioramento della qualità di vita nel quartiere.

"Per capire il problema – spiega Serena, indicando dal terrazzino della sua abitazione l’edificio dismesso al centro della piazza – dobbiamo partire dall’ex asilo che un tempo ospitava i bambini della nostra zona. Fu trovato dell’amianto nel tetto e la struttura venne chiusa al pubblico, finché vi entrarono abusivi ad occuparla e a quel punto il Comune decise di murare porte e finestre, rendendo impossibile l’ingresso. L’ampio giardino che lo circonda però, è stato adibito a deposito di legname, ma non è mai stata fatta una reale opera di derattizazione. Se si considera che a pochi passi dalle cataste di legna si trova una fila di cassonetti (peraltro vetusti) dove la gente deposita ogni tipo di rifiuto, è facile immaginare come si sia venuta a creare la condizione ideale per cui ratti, insetti, ecc abbiano vitto e alloggio".

L’estate e il caldo hanno esasperato la situazione, "tanto che – lamenta Serena – le cantine del nostro stabile sono piene di topi e, da luglio ad oggi, me ne sono trovati dentro casa tre. Uno addirittura in mezzo ai cuscini del divano dove siedono le mie bambine. Un altro aveva seminato di escrementi il perimetro del mio salotto, in mezzo ai loro giochi. Non oso pensare cosa sarebbe accaduto se una delle mie gemelle, che ancora gattonano, avesse messo in bocca una cacca trovata per terra".

"Vivo nel terrore – prosegue – e non faccio che pulire, ho piazzato trappole a mie spese, ma so che è tutto inutile fino a che il Comune non avvierà una bonifica seria del territorio, ripensando pure gli spazi di quell’asilo abbandonato o spostando i cassonetti dalla loro sede attuale. Arrivati a questo punto, le poche stazioni con cibo avvelenato che le amministrazioni condominiale e comunale hanno piazzato qua e là – senza peraltro mai ricaricare le esche – sono completamente senza senso". "In estate – conclude la mamma – ho scritto al Comune per segnalare la situazione. Mi è stato risposto il 17 agosto da un ingegnere che mi prometteva la derattizzazione. Da allora niente di concreto è accaduto".