"La realizzazione del primo disco porta con sé una notevole quantità di paure, dubbi e ripensamenti. Si tratta di lasciare una prima traccia del proprio passaggio, una traccia che, rimarrà indelebile, se non nella storia della musica, senza dubbio nella storia del musicista". Michele Tino, dopo aver collaborato agli ensemble di Camilla Battaglia, Michelangelo Scandroglio, Alessandro Lanzoni, e Federica Colangelo e a progetti come The Auanders e Purple Whales, pubbica venerdì 4 giugno il suo primo album da band leader per Auand. Si chiama "Belle Époque" e vede il sassofonista campano, che da oltre venti anni vive a Firenze, alle prese con una maturità artistica che affonda le radici nel jazz e guarda al futuro del sound afroamericano rivisto e corretto sotto il Cupolone. Tino condivide questa avventura discografica con il quartetto che ha formato nel 2018, al rientro a Firenze dopo aver concluso gli studi ad Amsterdam. E, alternandosi al sax alto e al tenore, vivacizza la verve delle sue composizioni con l’apporto di Simone Graziano al pianoforte, Fender Rhodes e synth e di una sezione ritmica di tutto rispetto, con Gabriele Evangelista al basso e Bernardo Guerra alla batteria. Il risultato è un album volutamente variegato e ricco di stimoli, un lavoro che coniuga tradizione e sprazzi di contemporaneità.
Giovanni Ballerini