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Edoardo Bove a Sanremo: “Ho visto il filo sottile che divide la vita dalla morte. Devo ringraziare per essere qui”

Il calciatore della Fiorentina sul palco dell’Ariston commuove la platea: “Sono stato fortunato, tutto ha funzionato come doveva. Ma non a tutti capita lo stesso. Sono vicino a chi ha perso un famigliare”. Poi la maglia della Fiorentina in regalo a Conti

Edoardo Bove sul palco dell'Ariston regala la sua maglia della Fiorentina a Carlo Conti (Foto Ansa)

Edoardo Bove sul palco dell'Ariston regala la sua maglia della Fiorentina a Carlo Conti (Foto Ansa)

Firenze, 15 febbraio 2025 – Emozioni a Sanremo. Ancora una volta Firenze è protagonista del festival della canzone italiana con un personaggio di eccellenza: Edoardo Bove. Un lungo applauso all’Ariston per l’ingresso del calciatore della Fiorentina che Carlo Conti ha voluto con sé nella serata più importante, quella della finalissima.

La sua presenza racconta già molto della sua esperienza sul campo. E’ sopravvissuto a un malore che, molto spesso, non lascia scampo. E ha parlato a ruota libera proprio di questo con Conti l’atleta 22enne: “Sto vivendo questa esperienza con alti e bassi perché per me il calcio è una forma di espressione quindi senza di esso mi manca qualcosa. Credo che sia come per un cantante la sua voce. Può essere paragonato a una persona che perde un grande amore. Mi sento un po’ incompleto. Vuoto. So che ci vuole tempo e tanto coraggio. Ma mi sto facendo aiutare in un percorso di analisi che mi sta facendo soffrire e stare male, ma so che mi aiuterà per il futuro. Se posso, vorrei ringraziare tutti voi. Il vostro affetto mi è arrivato al di là dei colori delle bandiere, delle squadre”. E l’Ariston applaude. 

Il malore del primo dicembre - al sedicesimo minuto del match contro l'Inter - non se lo è scordato nessuno. Edoardo Bove è sopravvissuto e, con il defibrillatore sottocutaneo che gli è stato impiantato a Careggi prima di essere dimesso, si racconta catalizzando tutta l’attenzione del pubblico. La carriera è effettivamente in standby, anche se il ministro Abodi si è detto volenteroso per cercare di capire se il protocollo che oggi vieta a Bove di tornare in campo in Serie A e in Nazionale può essere rivisto e allineato a quello di altri campionati, come ad esempio la Premier League. Lì Edoardo avrebbe potuto giocare anche subito se qualcuno lo avesse acquistato nel mercato di gennaio. Paradosso, certo, perché fino a giugno sarà un calciatore della Fiorentina. Poi si vedrà in base agli eventi.

“Mi sono svegliato in ospedale senza ricordare nulla: solo vedendo le reazioni dei miei cari e poi quelle di tutti coloro che mi seguivano mi sono reso conto –  continua il centrocampista romano – Un percorso duro, ma questa paura è stata importante e mi ritengo molto fortunato per come sono andate le cose a me. In 13 minuti ero in ospedale, è andato tutto bene, sono stato fortunato: tutto è andato al posto giusto nel momento giusto. Ma mi sono arrivate molte testimonianze in  questi giorni di chi ha perso i propri cari perché non c’è stata questa prontezza. Voglio sottolineare l’importanza del primo soccorso, perché per questo sono qui oggi. Voglio dire che più informazione c’è sul primo soccorso e meglio è. Ho capito quanto sia sottile la linea tra la vita e la morte”.

“La vicinanza che mi avete dato mi ha aiutato ad affrontare questo episodio, purtroppo non tutti hanno la possibilità di avere un supporto nella vita nell’affrontare un ostacolo. Io che pure sono supportato, ho difficoltà a superare questo momento, quindi voglio esprimere la mia vicinanza a chi non ha sostegni per oltrepassare gli ostacoli”.

“Ogni bene possibile e immaginabile per te Edoardo”, dice Conti interpretando il pensiero di tutto il teatro. E poi un regalo che commuove tutta Firenze: la maglia viola, ovviamente col numero 4. Quella del giocatore “ed è anche il numero dei Festival che ho presentato”, commenta Conti sorridendo. Poi il ritorno alla gara con Bove anche nei panni di conduttore per la presentazione di Elodie, la numero 20 in gara.