Educazione nelle scuole: "Le famiglie non vanno abbandonate a se stesse"

Educazione nelle scuole: "Le famiglie non vanno abbandonate a se stesse"

Educazione nelle scuole: "Le famiglie non vanno abbandonate a se stesse"

L’attrice Greta Scarano ha partecipato, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, al festival ‘L’eredità delle donne’, in svolgimento fino a stasera alle Manifatture Tabacchi di Firenze. Proprio in questi giorni, su Raiuno e Raiplay sta ottenendo un grande successo la serie ‘Circeo’ (Scarano è tra le protagoniste), sullo stupro di gruppo messo in atto da un gruppo di giovani della Roma bene che nel 1975 violentarono e massacrarono due ragazze, uccidendone una e riducendo in fin di vita l’altra.

Greta, tragicamente questa serie arriva in un momento in cui le cronache si devono occupare di nuovi femminicidi…

"Purtroppo avevamo visto giusto, quando abbiamo pensato, due anni fa, a lavorare su questo tema, con il regista Andrea Molaioli. Quello della violenza contro le donne è un tema terribilmente contemporaneo. Il caso di Giulia Cecchettin, poi, ha colpito più ancora di altri, perché per alcuni giorni abbiamo sperato che fosse viva, la gente si è in qualche modo affezionata a lei. Poi la mazzata".

Che bisogna fare per cambiare radicalmente certi atteggiamenti?

"Si è parlato molto di educazione sentimentale nelle scuole: non cambierà la vita, no, ma almeno è un primo passo. Le famiglie non possono essere abbandonate a loro stesse, nel compito di educare i propri figli. Il problema della violenza di genere, dei femminicidi, è enorme non solo in Italia, ma in tutta Europa. Però siamo tra i pochissimi paesi che non hanno, a scuola, un’ora dedicata a questi temi".

Il pubblico sta amando "Circeo": cosa rappresenta questa tappa nella sua carriera?

"Conoscevo bene la storia. Ma non sapevo che proprio dopo quella tragedia alcune cose sono cambiate in Italia: proprio a partire dal processo ai colpevoli di quelle violenze si è sviluppato un movimento che ha portato a cambiare la legge sullo stupro in Italia".

Giovanni Bogani