ELETTRA GULLE’
Cronaca

L’analisi del politologo: "La partita è apertissima Schmidt può sorprendere. I dibattiti? Fondamentali"

Chiaramonte, docente di Scienza politica all’UniFi, fa il punto sulla corsa a sindaco: "Firenze ultimo baluardo rosso. Ma questa difesa avviene in modo debole". E sui pronostici: "Ci sono cittadini che decidono chi votare gli ultimissimi giorni"

La Nazione organizza il dibattito con i candidati a sindaco di Firenze: i dieci che corrono per la poltrona di primo cittadino si confronteranno sulle domande dei giornalisti e dei cittadini

La Nazione organizza il dibattito con i candidati a sindaco di Firenze: i dieci che corrono per la poltrona di primo cittadino si confronteranno sulle domande dei giornalisti e dei cittadini

Firenze, 29 maggio 2024 – “In un momento in cui gli elettori sono in generale sempre più disinteressati e distanti dai partiti, le campagne elettorali acquistano una funzione particolarmente rilevante. Pensiamo che 50 anni fa le campagne elettorali non smuovevano praticamente nessun voto. Ognuno votava il partito. Oggi tutto è cambiato e, per questo, ogni occasione di confronto e di dibattito pubblico è importantissima".

Alessandro Chiaramonte, professore ordinario di Scienza politica alla all’Università di Firenze, è esperto di studi elettorali e di mutamento dei sistemi partitici
Alessandro Chiaramonte, professore ordinario di Scienza politica alla all’Università di Firenze, è esperto di studi elettorali e di mutamento dei sistemi partitici

Non ha dubbi il professor Alessandro Chiaramonte, docente di Scienza politica all’Università di Firenze. "Sicuramente il dibattito organizzato dalla Nazione offrirà un contributo importante all’interno della campagna - prosegue il professore -. Non scordiamoci che sempre più elettori decidono a ridosso del voto. I cittadini hanno sempre meno un partito di riferimento. E di fronte a un confronto elettorale non hanno necessariamente un candidato che privilegiano rispetto ad altri. Pertanto, ben venga un’occasione per contribuire a chiarire le idee. Ci sono diversi cittadini che decidono chi votare gli ultimissimi giorni. Alcuni, addirittura, sciolgono l’ultimo dubbio in cabina elettorale. Hanno fatto, sì, una scelta di campo, ma non hanno in mente una lista definitiva. La scelta, insomma, avviene all’ultimo secondo".

È vero che alle comunali gli elettori sentono un minor condizionamento rispetto alle appartenenze partitiche tradizionali?

"Sì. Alle amministrative c’è una maggiore personalizzazione. Si può esser vicini al Pd ma non apprezzare la candidata. O viceversa apprezzare Funaro ma non esser vicini al Pd. Le identità politiche tendono a contare meno nelle elezioni non nazionali".

Come vede questa campagna elettorale fiorentina?

"Beh, Firenze è l’ultimo baluardo rosso. Ma questa difesa avviene in modo debole, da una sinistra molto divisa. I sondaggi non accreditano Funaro come vincente al primo turno. Insomma, stavolta la partita è più aperta rispetto al passato. Non scordiamoci che qui la destra si è sempre fermata al 35%. Stavolta invece Schmidt potrebbe avere in mano delle carte importanti da giocare".

Si spieghi meglio...

"In altri tempi, un tedesco a Firenze sarebbe apparsa una scelta eccentrica. Adesso, invece, l’ex direttore degli Uffizi, figura moderata che sta dimostrando una certa empatia, potrebbe apparire come il candidato giusto per ristabilire ordine e decoro. Da parte sua, la sinistra, divisa e litigiosa, potrebbe non riunificarsi al ballottaggio, che sembra quasi certo. Insomma, anche se a Firenze i rapporti di forza tra i campi politici sono favorevoli alla sinistra, stavolta vedo all’orizzonte una partita ancora in parte da giocare".

Quanto conta l’immagine adesso per un politico?

"Conta molto. La politica di oggi è fatta di molti ingredienti. Non solo competenza e capacità amministrativa, ma anche modo di presentarsi, empatia, capacità di comunicare. Tutte qualità che emergeranno bene durante il confronto".