LISA CIARDI
Cronaca

Elezioni a Scandicci, il dibattito de La Nazione: "Centro e sicurezza tra i temi caldi"

Enzo Bellocci, Giovanni Bellosi, Claudio Gemelli e Claudia Sereni faccia a faccia davanti ai cittadini. Sul tavolo anche la crisi della pelletteria e gli impianti sportivi. Grande folla al teatro Aurora

Da sinistra Enzo Bellocci, Giovanni Bellosi, Claudio Gemelli e Claudia Sereni

Da sinistra Enzo Bellocci, Giovanni Bellosi, Claudio Gemelli e Claudia Sereni

Scandicci (Firenze), 29 maggio 2024 – Teatro gremito, all’Aurora, per il confronto organizzato da La Nazione fra i quattro candidati a sindaco di Scandicci. Sul palco, Enzo Bellocci (Pci), Giovanni Bellosi (Scandicci civica), Claudio Gemelli per il centrodestra e Claudia Sereni per il centrosinistra. A moderare il dibattito, il giornalista Fabrizio Morviducci, che ha toccato i temi più caldi del momento: dalla crisi della pelletteria agli impianti sportivi, dallo sviluppo del centro alla sicurezza. "Con le nuove tecnologie ci sarà sempre meno bisogno di manodopera – ha detto Bellocci – occorre lavorare meno ma tutti. Scandicci potrebbe poi riscoprire la sua vocazione agricola, sfruttando le colline a livello turistico".

"Va creato un acceleratore d’impresa per i giovani – ha dichiarato Bellosi – puntando sulla formazione con l’università. Servono poi infrastrutture: abbiamo uno svicolo autostradale indegno e va portata la tramvia in zona industriale". "Serve una rigenerazione generazionale – ha proseguito Gemelli - ben venga quindi la formazione di qualità. La zona industriale soffre poi di parcheggi e mezzi pubblici scarsi". "In questo momento – ha detto Sereni - le imprese si stanno ristrutturando a scapito delle aziende più piccole. Ma se oggi Scandicci ha queste grandi aziende è perché le risposte ci sono state. Nel futuro dobbiamo aprire un osservatorio scientifico, per non trovarci più davanti a crisi impreviste".

Seconda domanda sul nuovo centro. "È inaccettabile che una giunta in scadenza ipotechi il futuro della città - ha detto Bellosi – davanti alla platea del teatro messo a disposizione gratuitamente dalla proprietà – . Ed è sbagliato il dibattito fra gli 82mila mq ipotizzati e niente. Noi vogliamo creare una cittadella dello sport e, nell’ex Cnr, un invaso che consenta di riutilizzare l’acqua e sia un luogo identitario".

"Il nuovo centro va completato – ha dichiarato Gemelli - ma con strutture ricettive e servizi. Va poi potenziato il parco dell’Acciaiolo, anche con locali all’aperto". "La delibera di cui si parla – ha detto Sereni – è un atto dovuto che definisce le proprietà: su 191mila mq, 104mila sono del Comune, vincolati a parco. Per questo spazio, abbiamo pensato a strutture non invasive, insieme alla nuova biblioteca".

"In città si è costruito tanto, anche troppo – ha concluso Bellocci – ma la popolazione sta invecchiando. Se c’è da ripartire con le costruzioni, creiamo alloggi popolari per i giovani". Altro tema centrale, lo sport. "L’amministrazione ha demolito uno stadio senza pensare dove farne un altro – ha detto Gemelli - . La piscina delle Bagnese poi non è idonea. Da vent’anni che si parla di farne una nuova: le amministrazioni precedenti hanno fallito".

"Il Comune ha investito molto in sport – ha replicato Sereni – per il campo del Casellina e lo Sporting Arno, mentre per la nuova piscina a Badia sono arrivati i finanziamenti. Ristruttureremo il Palazzetto, che non sarà per l’A1, ma sarà comunque importante. E puntiamo a creare a San Giusto una cittadella dello sport, adatta anche a manifestazioni paralimpiche". "L’area verde di San Giusto – ha detto Bellocci – era nata per compensare le costruzioni: ora di verde è rimasto un quadratino. Non esiste poi un solo impianto di libera fruizione: partiamo da lì. Infine, la piscina a Badia è sbagliata perché decentrata".

"Abbiamo due eccellenze – ha dichiarato Bellosi – una calcistica e una di pallavolo: e allora non si mandano a giocare a Firenze, vanno tenute qui. Di solito si pensa a fare un impianto nuovo prima di demolire il vecchio, mentre è stato fatto il contrario. Della piscina poi mi vergogno, visto il ruolo sociale che ha per chi non va al mare d’estate".