BARBARA BERTI
Cronaca

Elisa Giobbi dà la voce a Saman: "Voleva soltanto essere libera"

’Italian Girl’ è l’ultimo libro della scrittrice fiorentina. Oggi la presentazione a Libraccio con Ali Rashid "Racconto l’ultimo anno di vita della giovane pakistana uccisa dalla famiglia, una storia di patriarcato" .

La scrittrice fiorentina Elisa Giobbi

La scrittrice fiorentina Elisa Giobbi

"Racconto l’ultimo anno di vita di una ragazza che voleva soltanto essere libera. La 18enne Saman Abbas si sentiva italiana, voleva vivere qui. Ma la sua adolescenza è stata spezzata da coloro che avrebbero dovuto amarla e supportarla". Così la scrittrice fiorentina Elisa Giobbi riassume l’ultimo suo libro, ‘Italian Girl’, uscito da pochi giorni per Fernandel e che l’autrice presenterà oggi (ore 18) alla libreria Ibs Libraccio con l’ex ambasciatore della Palestina Ali Rashid, il 17 aprile (ore 18) al Caffè Letterario Le Murate con Tommaso Fattori e il 23 aprile (ore 18) in Sala Pegaso della Regione Toscana con il governatore Eugenio Giani. Poi il tour proseguirà a Bologna, Napoli e Roma. Giobbi nei primi anni Duemila ha fondato e diretto la casa editrice ’Caminito’ e nel 2015 è tornata all’editoria in veste di autrice, pubblicando una decina di libri tra cui ’Rock’n’roll Noir’ (Arcana, 2016), ’La sposa occidentale’ (Robin, 2019), ’La morte mi fa ridere, la vita no’ (Arcana, 2020) e ’Milena Q - assassina di uomini violenti’ (Mar dei Sargassi, 2022).

Come nasce questo libro? "Da sempre sono appassionata di storie e di crime. Quando è venuta fuori la storia di Saman sono rimasta molto colpita: una donna uccisa. Mi colpirono molto le foto che circolarono all’epoca: una di lei appena arrivata dal Pakistan e una poco prima della morte. I due scatti raccontavano la sua trasformazione, la sua voglia di essere una ragazza italiana come tante. Così ho deciso di prestarle la mia voce narrando, in forma di diario, i suoi sospetti, sentimenti e paure, ma anche sogni e intimi desideri. In questo modo ripercorro il suo ultimo anno di vita: le privazioni e le punizioni, le fughe, il viaggio in terra natale, il fidanzamento imposto col cugino, l’ingresso in comunità e l’amore per un ragazzo conosciuto sui social fino alla notte dell’esecuzione".

Un espediente narrativo utilizzato anche per raccontare la storia di Milena Quaglini. "Sì, credo che il compito della letteratura sia dare voce a chi non ce l’ha. Mi sono messa nei panni di queste due donne per capirle meglio, per entrare nella loro mente. Sono storie diverse ma sullo sfondo entrambe hanno il patriarcato".

Come si combatte oggi il sistema patriarcale? "Non sposo più di tanto le ideologie, per me la priorità è aiutare le donne a uscire dalla gabbia: le donne pakistane, indiane, quelle del mondo arabo come Saman dove è ‘normale’ uccidere la figlia se non rispetta i dettami della famiglia. Noi donne occidentali dobbiamo aiutarle e anche fare luce sulle tante ‘Saman’ che ci sono nel nostro Paese".

Già al lavoro sul prossimo libro? "Sto pensando a un romanzo tutto di fiction e sto lavorando a un nuovo volume dedicato alla musica, mia grande passione al pari della scrittura".

Presidente dell’associazione ‘Firenze Suona’ e direttrice artistica del ‘Firenze Suona Contest’, ci racconta come sta andando l’edizione numero cinque? "Siamo nel vivo del concorso. Anche quest’anno è particolarmente alta la partecipazione femminile, che supera quella maschile, incentivata anche dal Premio femminile, a dare concretezza all’espressione pari opportunità. In totale i premi saranno undici, in corsa si è aggiunto il Premio Miglior Voce. Tra le altre novità, la finalissima sarà il primo luglio alla Festa Rossa Arci Firenze all’Sms di Rifredi".