L’immagine da lap dancer aggrappata come mamma l’ha fatta alla pertica dello strip club di turno con cui Elodie ha tappezzato i muri per promuovere il concerto di martedì 5 dicembre (ore 21) al Mandela Forum la dice lunga sulle intenzioni di uno spettacolo da ascoltare, cantare, ballare e, soprattutto, vedere. Strizzata nella sua minigonna rossa dallo spacco vertiginoso che qualche apprensione le ha provocato durante le repliche romane o inguainata sexy look in total white che poco lasciano all’immaginazione dei fan assiepati sottopalco, Miss Patrizi propone la sua liturgia ’clubbin’ con un pieno di consensi che va al di là dei meriti di un repertorio non sempre indimenticabile. Anche se l’ultimo singolo "A fari spenti" (scritto da un pool di amici tra cui Elisa) non è riuscito a scavallare il 21esimo posto in hit parade, infatti, il momento d’oro di ’Elo’ continua, su e giù dal palco. L’ultima fatica discografica "Red Light", che non è un album né un ep, ma un ’clubtape’, come lo chiama lei, l’ha realizzata proprio col pensiero a questo giro di concerti autunnale. Sette canzoni unite tra loro dalle arti magiche di Dardust inserite in blocco nella parte mediana dello show, tra "Pensare male" e "La coda del diavolo", per dare maggior impulso alla scaletta.
"A spingermi in studio è stato anche il desiderio di correggere qualcosa dell’anteprima di questo tour portata al Forum di Assago a primavera e in particolare quella parte centrale che ne allentava un po’ la tensione" spiega la cantante romana, 33 anni. "Mi sono resa conto, infatti, che mancava un po’ della ‘cattiveria’ del club, e quindi di quel mondo in cui sono cresciuta prima di fare la cantante. E poi volevo raccontare la gente che ho sotto al palco; prima, infatti, non sapevo esattamente quale fosse il mio pubblico, mentre adesso sì. Un pubblico di donne, della comunità Lgbtq+, con pochi uomini. Anche se poi, per me, di uomini ne esiste solo uno: il mio fidanzato". Oltre alle canzoni, ha fatto parlare pure la copertina di "Red Light" (che destina parte dei proventi alla fondazione Red di Bono Vox) firmata da Milo Manara. "Ho scoperto l’erotismo, la potenza e la libertà del corpo femminile grazie al maestro Milo Manara e per questo le sue tavole mi sono state sempre d’ispirazione" ammette Elodie. "Così l’ho cercato, iniziando un corteggiamento che s’è realizzato solo dopo lo ‘scandalo’ delle foto senza veli (quelle attinte dal video della stessa ‘A fari spenti’, ndr). La scatto su cui ha creato la sua opera è proprio quella finita nella bufera. Anche se Manara mi ha tolto dalle gambe la mano con cui mi copro pudicamente i genitali per chiuderla emblematicamente in un pugno. Un modo per ribadire che il corpo è di noi donne e che dobbiamo lottare per il diritto di usarlo come vogliamo. Ecco perché considero il mio corpo un manifesto di libertà".