REDAZIONE FIRENZE

"Elona aveva pianificato tutto"

Prese casa e mentì alla padrona "Serve a me che sono incinta"

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di Stefano Brogioni

FIRENZE

Elona Kalesha aveva pianificato tutto. Quando, il 21 ottobre del 2015, la ’nuora’ di Shpetim e Teuta Pasho, prese in affitto l’appartamento di via Felice Fontana, non disse alla proprietaria dell’immobile chi ci avrebbe abitato per due settimane. Anzi, fece finta che servisse a lei, perché si trovava in "una gravidanza a rischio" ed era "seguita da Careggi".

Così, portò all’equivoco anche la padrona di casa. Perché quando alla scadenza del contratto, il 6 novembre successivo, trovò in casa una valigia abbandonata dalla Kalesha (che nella fretta di chiudere per sempre la porta di quell’alloggio che puzzava di morte non si era neppure presentata a riscuotere i cento euro della caparra che le spettavano) la donna, sentita dai carabinieri a marzo 2016, legò gli odori nauseabondi, il sangue nell’androne e quel trolley dimenticato, a un aborto clandestino di quella strana sua inquilina.

E i coniugi scomparsi che erano passati di lì? La proprietaria riferì di non saper niente di loro. E nonostante avesse descritto scenari inquietanti, quell’atto rimase sepolto tra le carte di un’inchiesta che non era mai stata approfondita. Il "piano" di Elona, che aveva fatto di tutto, allora e oggi, per distogliere l’attenzione dalla casa di Novoli, stava andando a gonfie vele.

Ma quel verbale lo ha ripescato il pm Ornella Galeotti. Un jolly che ha rappresentato una vera e propria impennata nell’inchiesta, dopo la decisa accelerata impressa dal riconoscimento dei corpi nelle valigie affiorati dal campo di Sollicciano tra il 10 e il 14 dicembre scorsi. E che ha portato al fermo della donna, che oggi dovrà presentarsi davanti al giudice.

Ora, il pm vuole capire se Elona ha fatto davvero tutto da sola, o se ha avuto l’aiuto di qualcuno.

La posizione di Taulant, il figlio della coppia uccisa e fidanzato dell’epoca, è fluttuante. Nonostante le manovre di Elona per farlo sembrare il responsabile dell’omicidio o dell’occultamento dei corpi (o di entrambi), i dati in possesso in questo momento dagli inquirenti, lo collocano ancora in carcere al momento in cui si sarebbe consumato il duplice omicidio. L’ultima contatto acclarato della coppia è infatti della mattina dell’1 novembre: Teuta sente sua sorella per telefono e le dice che sta preparando da mangiare per Taulant, che il giorno dopo uscirà dal carcere. Ma, com’è noto, i due genitori fuori da Sollicciano non ci saranno. Elona, prima di essere fermata, diceva di essere andata a portare loro delle cose (un ferro da stiro e una valigia) ma di non essere stata l’ultima a vederli. I Pasho, quando sono morti, erano in pigiama e vestaglia. Il momento del delitto oscilla tra il tardo pomeriggio dell’uno, all’alba del giorno dopo. Per fare a pezzi i corpi, invece, Elona sarebbe tornata nei giorni successivi: i condomini sentono la puzza "di ciccia andata a male" nei primi giorni della settimana, e si ricordano l’androne sporcato da valigie che grondavano sangue, poi lavato dall’impresa, il giovedì e il venerdì.