Cadaveri in valigia, Elona resta in carcere

Il gip ha detto no alla richiesta di scarerazione per la 36enne accusata dell'omicidio dei coniugi Pasho

Elona Kalesha (nel tondo) e i carabinieri fuori dall'abitazione in cui è stata arrestata

Elona Kalesha (nel tondo) e i carabinieri fuori dall'abitazione in cui è stata arrestata

Firenze, 17 maggio 2021 -  Resta in carcere Elona Kalesha, la 36enne di origine albanese detenuta da dicembre a Sollicciano per il duplice omicidio dei coniugi Shpetim e Tauta Pasho, i genitori dell'ex fidanzato Taulant Pasho scomparsi a Firenze nel 2015 e i cui resti sono stati ritrovati lo scorso dicembre in quattro valigie abbandonate in una striscia di campo fra il carcere di Sollicciano e la superstrada Firenze- Pisa-Livorno.

Lo ha stabilito il gip Angelo Pezzuti, respingendo la richiesta di revoca della misure cautelare avanzata dai legali della donna, avvocati Federico Febbo e Antonio D'Orzi. I legali della donna, che per l'accusa avrebbe agito in concorso col fratello minore Denis Kalesha e con l'ex fidanzato Taulant Pasho, avevano chiesto la revoca degli arresti o in subordine l'applicazione dei domiciliari. Nella richiesta avanzata al gip si faceva notare in particolare come il Dna della 36enne non fosse stato trovato sulle maniglie delle valigie dove erano stati nascosti i cadaveri dei Pasho.

«La circostanza - scrive il gip - che non siano state rinvenute tracce riferibili a Elona Kalesha sulle valigie contenenti i corpi delle vittime, se non comporta un aggravamento dell'accusa non è sicuramente idonea a determinarne il venir meno». «È ben possibile - prosegue - che le tracce si siano semplicemente perse con il decorso del tempo e l'esposizione alle intemperie, che le valigie siano state maneggiate da un complice dell'indagata o, semplicemente, che la stessa avesse dei guanti».