ROSSELLA CONTE
Cronaca

Emergenza abitativa, a rischio 20mila famiglie. "Vivere qui è un lusso"

Laura Grandi, segretaria generale del Sunia, attacca: "Situazione drammatica". Nei primi sei dell’anno 50 sfratti la settimana quasi tutti per morosità.

Laura Grandi, segretaria generale del Sunia Cgil

Laura Grandi, segretaria generale del Sunia Cgil

Firenze, 1 luglio 2023 – Ventimila famiglie in disagio abitativo, la seconda città con i prezzi al metro quadro più alti dopo Milano, 2.500 sfratti convalidati all’anno, 150 esecuzioni con forza pubblica al mese, prezzi degli immobili alle stelle, il 4% di assegnazioni di case popolari per graduatoria, 800 alloggi di case popolari sfitte. E’ il quadro descritto con un ampio dossier da Sunia Cgil Firenze. "Vivere a Firenze è un lusso, questa città è diventata inaccessibile a lavoratori, pensionati, studenti fuori sede, tutti coloro che vorrebbero vivere e lavorare nella città più bella del mondo. Tutte le mattine ci svegliamo in una città dove trovare casa è impossibile, un percorso ad ostacoli senza traguardo": non usa mezzi termini la segretaria generale Sunia Cgil Firenze, Laura Grandi.

Secondo i dati Sunia, dal 1 gennaio al 15 giugno di quest’anno, sono più di 50 le convalide di sfratti alla settimana che escono dalle stanze del tribunale di Firenze, di cui il 98% per morosità. Da settembre 2023, salvo interventi, saliranno a 150 gli sfratti con forza pubblica al mese per un totale di 2.500 nel 2023. Secondo i dati di una recente indagine della Uil, a Firenze i cittadini investono il 70% del loro reddito per i costi dell’abitare. Per esempio Silvia ha avuto una disdetta del contratto da parte del proprietario, ma da mesi non riesce a trovare casa per lei, suo marito e i tre figli: "I canoni sono alle stelle, le banche chiedono garanzie assurde, per tanti proprietari i figli sono un problema e altri preferiscono i contratti transitori. Io per evitare un trauma ai miei bambini riconsegnerò le chiavi prima del 7 luglio, data dello sfratto, e mi appoggerò da parenti".

Dal 1 gennaio al 15 giugno scorso sono state 703 le persone che si sono rivolte agli sportelli Sunia denunciando canoni di locazione alle stelle: il 18% del quartiere 1, il 22% del quartiere 2, il 12% del quartiere 3, il 21% del quartiere 4, il 27% quartiere 5. Di questi, il 59% italiani e il 41% stranieri. Per il 92% del campione, l’affitto incide tra il 48% e il 53% sui propri redditi. Il 23% del campione, inoltre, ha dichiarato di versare una somma a nero oltre a quella regolarmente dichiarata. Dal campione di persone emerge che il 24% paga tra 600-800 euro mensili, il 43% tra 800-900 e il 33% paga più di 900 euro.

"Il prezzo di scelte sbagliate - prosegue Grandi - lo stanno pagando migliaia di famiglie, di lavoratori a redditi medio-bassi che sono costretti ad impiegare circa il 50% del proprio reddito per sostenere i costi dell’abitare. Bisogna intervenire su una legge nazionale, ormai vecchia, che sull’onda dell’illusione che il mercato possa autoregolarsi, ha lasciato alla libera contrattazione tra proprietario e inquilino la determinazione delle pigioni".