TITTI GIULIANI FOTI
Cronaca

"Enrico IV, perché realtà è finzione"

Sebastiano Lo Monaco debutta questa sera al Teatro della Pergola con un classico attualissimo di Pirandello

Sebastiano Lo Monaco e Yannis Kokkos

Firenze, 15 marzo 2022 - "L’attualità di Enrico IV? Essere un uomo non moderno, ma contemporaneo da non riuscire a vivere in mezzo agli altri. C’è una frase di Pirandello che riassume il nocciolo della questione: ricordati che nella vita incontrerai moltissime maschere. E pochissimi volti". Due ore per tre atti – con intervallo– per rivedere un attore come Sebastiano Lo Monaco che torna al "suo" Teatro della Pergola, da questa sera – ore 20,45 – a domenica 20 marzo con un classico dei classici come Enrico IV. E ci torna con lo sguardo di Pirandello, filtrato dalla cultura e dall’esperienza di un attore e di un regista tra i più incisivi e stimati.

Lo Monaco dopo vent’anni ancora il testo del Nobel per la letteratura.

"Sì, è stata una specie di alchimia aver incontrato un regista come Yannis Kokkos nell’Edipo a Colono di Sofocle nel 2018 al Teatro Greco di Siracusa. Da questa esperienza abbiamo deciso di riportare in scena Enrico IV, continuando la ricerca intorno al mondo pirandelliano. L’ultima volta l’avevo fatto con un regista fiorentino, Roberto Guicciardini nel 2001".

Cosa la intriga di questa opera?

"Che mai come qui si capisce quanto tutti nell’umanità, portino una maschera: dai politici alla gente comune, ai giornalisti fino a chiunque svolga un ruolo nella società. E sotto questa maschera scovare una verità è difficilissimo. Si parte dalla pazzia e nello stesso tempo si analizza il multiforme rapporto tra uomo e personaggio, cioè tra realtà e finzione".

Nel dramma di Enrico IV la follia cosa rappresenta?

"Un rifugio rispetto alla sofferenza dell’esistere ed è quella che il protagonista la adotta, prima inconsciamente e poi coscientemente, quando nonostante sia guarito continua a millantare di essere pazzo, per poter sfuggire alla realtà che lo circonda. L’alienazione mentale è un mezzo per opporre alla penosa molteplicità della realtà, la stabilità e immutabilità data dalla pazzia".

Si racconta l’angoscia esistenziale.

"La follia non è vista da Pirandello in un’accezione negativa, ma rappresenta un rifugio e lo strumento attraverso cui l’uomo può sfuggire da questa angoscia. In qualche modo, paradossalmente, è consolatoria".

Lo Monaco, lei è un pilastro del teatro italiano.

"Dopo 45 anni di professione e di viaggi, ti assicuro che non ne posso più valigie e trolley da fare e disfare. E a volte mi viene la nausea: ma poi c’è il palcoscenico che mi ridà la vita. E’ il palcoscenico l’unico momento in cui l’attore vive una vita autentica, tutto il resto è, quella sì, finzione. Quella che chiamiamo vita è finzione".

Non sarà alieniazione mentale?

"Opporre alla penosa molteplicità della realtà, la stabilità e l’immutabilità data dalla pazzia? Non credo proprio".