DINICOLA DI RENZONEPAOLO GUIDOTTI
Cronaca

Eolico Italia Nostra e Cai non mollano: "Faremo ricorso al Consiglio di Stato"

Dopo la sentenza del Tar le due associazioni tuonano: "Mancano autorizzazioni e indagini, caso ancora aperto"

Eolico Italia Nostra e Cai non mollano: "Faremo ricorso al Consiglio di Stato"

Eolico Italia Nostra e Cai non mollano: "Faremo ricorso al Consiglio di Stato"

di Nicola Di Renzone e Paolo Guidotti

Dopo la sentenza del Tar della Toscana, che ha rigettato i ricorsi del Comune di San Godenzo e di Italia Nostra e Cai, queste ultime due associazioni, sostenute da altri gruppi locali, annunciano che la loro battaglia continuerà con un ricorso al Consiglio di Stato. Secondo Italia Nostra e Cai, sostenuti anche dai gruppi Dicomanocheverrà, Atto Primo Salute Ambiente Cultura ODV e dal Comitato per la Tutela del Crinale Mugellano: "Non è minimamente entrata nel merito dei motivi del ricorso delle due associazioni. Sapevamo fin dall’inizio - spiegano le associazioni con una nota - che il Tar non ha potere di rivedere gli aspetti puramente tecnici e discrezionali degli Enti autorizzatori, ma speravamo che ci fosse maggiore sensibilità".

La sentenza - continua la nota - ha infatti "respinto il ricorso (venti gli aspetti contestati del decreto autorizzativo), evitando del tutto le questioni di merito e dichiarando il ricorso a priori improcedibile per essere stato presentato in un momento in cui il decreto autorizzativo era sospeso nella sua efficacia".

Secondo Italia Nostra e Cai, però: "La battaglia legale non finisce qui considerato che esistono solide ragioni per appellarsi contro queste sentenze al Consiglio di Stato, e proseguire con una serie di altre azioni". Tra gli aspetti contestati, le due associazioni chiedono chiarimenti in merito all’autorizzazione sismica e alle indagini geognostiche sulle strade, dichiarandosi anche in attesa del progetto esecutivo. E contestano le posizioni favorevoli all’impianto del presidente e dell’assessore all’Ambiente della Regione Toscana, e dei sindaci di Vicchio e Dicomano; ma anche dell’ordine degli ingegneri e di una parte del mondo ambientalista, in particolare di Legambiente.

Per questo, conclude il comunicato, "la nostra battaglia risponde anche ad un dovere morale – conclude – affinché tutto il crinale appenninico non cada nelle mani di un sistema energetico privato, nel silenzio complice di molti amministratori del territorio senza alcun vantaggio, contrariamente a ciò che è stato fatto credere fin dall’inziio, per le popolazioni locali ma solo con danni all’ambiente e perdita di valore per tutto il territorio".