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L’incontro pubblico organizzato dalle associazioni che si battono contro l’impianto
Nell’attesa che giovedì 27 Febbraio si tenga l’udienza al Consiglio di Stato in merito ai ricorsi presentati da Italia Nostra e Cai e dal Comune di San Godenzo contro il grande impianto eolico in costruzione sul Giogo di Villore, nei territori di Vicchio e Dicomano, ieri al centro civico di Vicchio le due associazioni hanno fatto il punto su oltre 5 anni di attività, supportate anche da tanti cittadini, amministratori e rappresentanti di altre realtà, presentando anche i possibili scenari futuri sviluppi.
"Al Consiglio di Stato – afferma Leonardo Rombai, presidente di Italia Nostra Firenze – diremo che è un progetto sbagliato, che si corre il rischio che sia considerato invece un modello da riproporre su tutto il territorio toscano, anche alla luce della recente proposta di legge regionale sulle aree idonee agli impianti per le energie rinnovabili". E aggiunge: "Oggi spiegheremo ai cittadini le ragioni del ricorso: l’impatto su un ambiente fragile, con rischio sismico e di frane, sia dei lavori preparatori, già iniziati, sia delle torri che considerando l’estensione delle pale raggiungeranno 170 metri di altezza e un peso stimato di 700 tonnellate ad aerogeneratore".
Nella loro battaglia Italia Nostra e Cai sono sostenuti da vari gruppi locali come il "Comitato per la tutela del crinale mugellano" e il "Gruppo osservazioni", all’interno del quale si trovano varie sigle, tra le quali "Atto primo", "Mugello in movimento" e "Dicomano che verrà". All’incontro è intervenuto anche Paolo Cioni, dei Cinque Stelle di Vicchio, consigliere speciale del sindaco Tagliaferri. È lui a spiegare la posizione dell’amministrazione in merito alla controversa questione dell’impianto: "Già in campagna elettorale – spiega abbiamo trovato un accordo con le altre forze della coalizione (Pd e lista civica Officina 19 ndr) in virtù del quale ci impegnano a controllare i lavori quando arriveranno sul territorio del nostro Comune".
Ma, chiediamo, non c’è una contraddizione con le associazioni che chiedono invece lo stop all’impianto? "Noi - continua Cioni - continueremo ad appoggiare le loro rivendicazioni perché questo impianto non sia fatto, ma dato che ha già avuto le autorizzazioni, ci batteremo almeno perché sia fatto nel migliore dei modi possibili e rispettando le normative". Infine, sono i legali Piera Sommovigo e Marco Grondacci, che hanno seguito la presentazione del ricorso per Italia Nostra e Cai a spiegare che, se fino a un anno fa nella giurisprudenza c’era una tendenza molto negativa rispetto a questi ricorsi, adesso si tende a tenere conto sia del bene comune rappresentato dalla transizione energetica, sia di quello della tutela ambientale e del paesaggio. Non resta che attendere l’esito dell’udienza al Consiglio di Stato.
Nicola Di Renzone