REDAZIONE FIRENZE

Epifania, malgrado tutto Il virus non ferma la Befana

La visita dell’arcivescovo alla mensa della Caritas e all’ospedale Meyer. I piccoli ricoverati salutati dalle forze dell’ordine e dalla fondazione Bacciotti

È stata un’Epifania diversa. E non poteva essere altrimenti in tempo di pandemia. Se fra i doni dei Re Magi, vorremmo poter aggiungere il vaccino, a oro, incenso e mirra narrati nei Vangeli, non per questo si deve rinunciare alla speranza. Il cardinale arcivescovo Giuseppe Betori, ha visitato la mensa dei poveri di via Baracca gestita dalla Caritas e l’ospedale pediatrico Meyer. Alla mensa Betori ha incontrato i volontari e gli operatori della Fondazione Caritas onlus ringraziando il direttore Riccardo Bonechi e Vincenzo Lucchetti, presidente della Fondazione,per l’impegno profuso in questi mesi. "La vita spesso ci pone davanti a difficoltà e sofferenze - ha detto Betori durante l’incontro -, ma sono proprio questi i momenti che ci permettono di crescere nell’attenzione verso l’altro, conoscere la vita di chi abbiamo di fronte, mettersi in ascolto".

Al Meyer le rigide regole imposte dalla pandemia hanno imposto una visita un po’ diversa dal solito. Oltre al cardinale Betori, accolto dal direttore generale Alberto Zanobini, dal presidente della Fondazione Gianpaolo Donzelli, dal direttore delle professioni sanitarie Patrizia Mondini, all’ospedalino sono arrivate le calze di polizia, carabinieri, vigili del fuoco e della Fondazione Bacciotti, con Novella Benini, compagna del tecnico viola Cesare Prandelli, Befana per l’occasione. Particolarmente toccante l’incontro dell’arcivescovo con Tommaso Casini, pediatra in oncoematologia e con la mamma di una piccola paziente che sta affrontando un lungo percorso terapeutico in questo reparto. Durante la visita, l’arcivescovo Betori ha parlato della necessità di rispettare le regole e di quanto questa pandemia imponga a tutti una riflessione. "La pandemia, portando le nostre vite fino ai risvolti più critici, ha frantumato molte delle nostre presunte certezze e ci ha ricondotti alla nostra condizione di uomini in ricerca. - ha detto poi Betori, nell’omelia in Duomo - È decisivo comprendere i giorni che viviamo non come privazione ma purificazione. Una condizione che permette al nostro sguardo di poter essere ricondotto a ciò che è essenziale, al valore alto della vita anzitutto, e poi alla scelta indispensabile della condivisione, mettendo fine ai disegni di potere che oppongono gli uni agli altri popoli, ceti sociali, le stesse relazioni familiari".

Duccio Moschella