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Malore Eriksen, la figlia di Renato Curi: "Ho pregato molto per lui"

"Felici che ora ci siano modi per evitare tragedie"

Sabrina Curi, in foto il padre Renato

Sabrina Curi, in foto il padre Renato

Firenze, 13 giugno 2021 - «Siamo felicissimi che Eriksen stia meglio. Ho pregato molto per lui»: a dirlo è Sabrina Curi, figlia di Renato morto per un malore improvviso il 30 ottobre del 1977 sul campo dello stadio di Perugia che ora porta il suo nome. «Per noi è sempre poco piacevole rivivere situazioni del genere» afferma ancora Sabrina Curi. «Ci si immedesima subito - aggiunge - nel dolore della persona e dei propri familiare. Salvato o non salvato». Il ricordo non può che andare a quel giorno. Ai soccorsi che per Renato Curi furono immediati ma inutili. «Sono passati 44 anni - sottolinea ancora la figlia -, non può che farci felici che che oggi ci siano dei 'modi' per ridurre queste tragedie. Anche se il dolore per la morte di papà rimane intatto».

Il cardiologo: "Improbabile che Eriksen torni a giocare a calcio. Una fortuna che sia vivo"

Christian Eriksen è fortunato a essere vivo, ma è improbabile che possa giocare di nuovo a calcio dopo aver subito un apparente arresto cardiaco ad Euro 2020, secondo Sanjay Sharma, professore di cardiologia sportiva alla St George's University di Londra che in precedenza ha lavorato con il calciatore al Tottenham. Sharma ha affermato che gli enti calcistici e i medici saranno probabilmente "molto severi" nel consentire a Eriksen, che ora è con l'Inter, di giocare di nuovo. Sharma, che ha lavorato con Eriksen agli Spurs, ha dichiarato: "Chiaramente qualcosa è andato terribilmente storto. Ma sono riusciti a riportarlo indietro, la domanda è cosa è successo? E perché è successo?". "Questo ragazzo ha avuto test normali fino al 2019, quindi come si spiega questo arresto cardiaco?" si chiede Sharma che presiede il gruppo di consenso cardiaco di esperti della FA, che ha affermato che ci sono state diverse ragioni per cui un arresto cardiaco potrebbe essersi verificato, come temperature elevate o una condizione non identificata. Ma ha detto che i rapporti dopo la partita secondo cui Eriksen era sveglio in ospedale erano "un ottimo segno". "Sono molto contento. Il fatto che sia stabile e sveglio, le sue prospettive saranno molto buone", ha detto all'agenzia di stampa PA. "Non so se giocherà mai più a calcio. Senza mezzi termini, di fatto è come morto, anche se per pochi minuti, ma è morto e il medico gli permetterebbe di morire ancora? La risposta è no", ha spiegato il medico che ha poi aggiunto: "La buona notizia è che vivrà, la cattiva notizia è che stava arrivando alla fine della sua carriera, quindi che giocherà un'altra partita di calcio a livello professionistico non lo posso dire. Nel Regno Unito non giocherebbe. Saremmo molto severi al riguardo".

"Salvato dal soccorso immediato"

«Il soccorso immediato ed appropriato assicurato poche ore fa sul campo ad Eriksen ha fatto la differenza tra la vita e la morte. Un massaggio cardiaco immediato ad una vittima di arresto cardiaco improvviso, attivato entro i primi 90 secondi, e la scarica erogata da un defibrillatore entro i primi 5 minuti hanno significative probabilità di salvare la vita senza esiti neurologici invalidanti». Lo ha detto il presidente nazionale del 118 Mario Balzanelli