"Ho deciso di far parte del laboratorio artistico ‘Uno, nessuno, centomila’ perché credo che serva un messaggio molto chiaro e forte, soprattutto da parte degli uomini. Non serve dire ‘Io non sono così’ come altri che commettono cose atroci. È un po’ troppo facile e comodo, tutti insieme dobbiamo impegnarci affinché si possa innescare una sorta di piccola rivoluzione culturale". Lo ha detto il cantante Ermal Meta (foto) in un video messaggio inviato al convegno ‘Un altro genere di posizione: il ruolo degli uomini nel contrasto alla violenza alle donne e all’infanzia’, realizzato da Artemisia. "Credo che l’arte – ha aggiunto – abbia una forza importante. È affilata e quindi in quanto tale riesce a entrare in profondità e portare con sé delle informazioni, dei pensieri e delle visioni che possono essere difficili da far veicolare in maniera alternativa". Subito dopo, moderati dalla presidente Artemisia Elena Baragli, sono intervenuti tra gli altri Federico Barraco, responsabile della comunicazione di Toscana Aeroporti e socio Artemisia, il direttore di Fondazione Cr Firenze Gabriele Gori, il segretario generale della Fiom Cgil Toscana Daniele e Massimo Noli, padre di Michela, la 31enne uccisa nel 2016 dall’ex marito a Firenze. "Se si viene a conoscenza dell’intento altrui di commettere un reato di violenza e se c’è la consapevolezza che la persona sia realmente in grado di mettere in pratica quanto afferma, allora si deve denunciare. Se non lo facciamo possiamo essere incriminati per omissione di soccorso", ha detto. Secondo Noli serve "anche l’attivazione di un protocollo specifico per lo psicoterapeuta o il neurologo di un paziente bipolare. Deve prevedere l’obbligo di rompere il segreto professionale".
ross.c.