MANUELA PLASTINA
Cronaca

Esondazioni, obiettivo Arno sicuro. La cassa d’espansione è più vicina: "Pizziconi pronta entro febbraio"

Ieri il sopralluogo del presidente Giani e l’assessore regionale Monia Monni insieme al sindaco Pianigiani. L’opera potrà deviare il corso del fiume e incanalare un volume di 3,1 milioni di metri cubi d’acqua.

Esondazioni, obiettivo Arno sicuro. La cassa d’espansione è più vicina: "Pizziconi pronta entro febbraio"

Da sinistra: Il sindaco Pianigiani, Monia Monni, Eugenio Giani, Dario Picchioni

La fase 2, quella fondamentale, della cassa di espansione Pizziconi è quasi pronta: entro febbraio, sarà ufficialmente conclusa. Durante il nuovo sopralluogo di governatore Eugenio Giani e di assessore regionale alla protezione civile Monia Monni, è stata annunciata la data ultima di un’opera cruciale per prevenire eventuali danni da esondazione dell’Arno a Firenze e di conseguenza fino a Pisa. La prima parte della cassa di espansione è già attiva da dicembre 2020, a disposizione dell’eventuale piena dei reticoli minori. Nel marzo del 2021 è cominciato il cantiere per questo secondo lotto nell’area tra l’autostrada e il viadotto ferroviario dell’Alta Velocità.

Con un finanziamento da oltre 13 milioni di euro, gli operai hanno costruito in un’area a bassa urbanizzazione tre grandi tunnel di cemento di 15 metri per 6, per poi letteralmente spingerli sotto l’A1 per arrivare dall’altro lato, fino al fiume Arno, senza mai interrompere la viabilità. In caso di piena, le acque verranno fatte defluire abbassando tre paratoie metalliche che –come il Mose - potranno essere gestite da remoto attraverso un sistema di telecontrollo.

L’acqua verrà dunque tolta dal letto del fiume e incanalata sotto l’A1 e poi sotto la ferrovia, allagando i campi al di là della direttissima. Una volta completato l’intervento, quindi a partire dai primi del 2025, la cassa di Pizziconi potrà invasare un volume di circa 3,1 milioni di metri cubi mettendo a regime anche il lotto 1. Manca ancora un tassello, il cosiddetto "terzo modulo" già a gara per 3,2 milioni di euro da fondi Fsc: verrà realizzato a monte di quello già pronto come argine parallelo alla linea ferroviaria Alta Velocità. "Si tratta di uno sfogo importantissimo per tutta la Toscana attraversata dall’Arno – ha detto Giani -. La conclusione è ormai a stretto giro, ma intanto in caso di emergenza l’Arno può trovare già qui questo sbocco fondamentale". "Quest’opera è strategica per la sicurezza idraulica del nostro Comune e dell’intera area fiorentina – ricorda il sindaco di Figline e Incisa Valerio Pianigiani -, ma i lavori hanno limitato significativamente l’uso di ampie porzioni del nostro territorio. Finché il sistema non entrerà completamente in funzione, rimangono zone dove non è possibile sviluppare attività o pianificare investimenti. Cittadini e imprenditori sperano il ritorno alla normalità, perché tornare ad essere area attrattiva per gli investimenti, per nuove iniziative imprenditoriali e per le aziende agricole della nostra comunità. Necessario rispettare le scadenze previste e restituire al nostro territorio la piena operatività".

L’assessore Monni ha colto l’occasione per chiedere una sburocratizzazione "dei tempi di autorizzazione delle opere: stiamo ancora aspettando il via del Ministero per il sovralzo di Levane, opera già finanziata. Per le opere idrauliche, la burocrazia non può essere così pesante: i cambiamenti climatici non ci permettono lunghe attese". Replica duramente la consigliera regionale FdI Elisa Tozzi: "Quest’opera è attesa da decenni. Con estremo ritardo la Regione oggi si accorge dell’importanza di intervenire per mettere in sicurezza il territorio. La leggenda della lentezza burocratica è un paravento alla mediocrità della sinistra: i ritardi sono dovuti al mancato utilizzo dei poteri straordinari dei quali dispone il presidente Giani".