REDAZIONE FIRENZE

Esperimento riuscito Risultato incoraggiante "Aumenta il confronto"

All’Iis Sassetti-Peruzzi di Firenze la scuola senza voti è già realtà. Dallo scorso settembre, nella succursale di Scandicci in due prime si sono abbandonati i voti per passare ai giudizi. "I risultati sono stati incoraggianti", dice il preside, Osvaldo Di Cuffa. Com’è nato l’esperimento? "Tutto prende origine dal fatto che per il professionale le linee guida ci dicono di lavorare più sulle competenze che sulle conoscenze. Ecco, la didattica per competenze utilizza una valutazione non strettamente numerica, ma per ‘descrittori di livelli’. Pertanto, a parte il pagellino e la pagella finale, i ragazzi non hanno avuto 5 o 7". Il primo anno è andato bene? "Sì. E lo dico con soddisfazione perché le due prime coinvolte nella sperimentazione non erano per nulla facili. I docenti hanno optato per due impostazioni diverse. Per la prima del professionale commerciale si è lavorato sulle descrizioni dei livelli raggiunti. In sostanza, gli insegnanti hanno valutato compiti ed interrogazioni sulla base di frasi standard che ricalcano uno schema dei vari livelli di apprendimento. Sul registro, ragazzi e famiglie hanno via via letto la descrizione della valutazione della prova". E nell’altra classe? "Nel professionale socio-sanitario i professori per ogni verifica hanno fatto un’autovalutazione con l’alunno. Un lavoro basato sul confronto, dunque". I ragazzi hanno studiato più serenamente? "Il percorso ha portato ad una situazione più gestibile. Soprattutto la classe del commerciale era piuttosto agitata. E la valutazione senza voto ha contribuito a stemperare quella corsa al 6 che spesso crea attriti tra alunni e docenti. Sa, da noi a volte capitano anche dei 3 o dei 2. E questo può portare a scontri con gli insegnanti. In generale, lo stress da valutazione si vede molto più nei licei. Noi abbiamo a che fare con ragazzi da motivare. Il superamento del voto serve a far loro capire che non si studia per il 6 ma per acquisire competenze utili per crearsi un futuro". E i genitori? "Hanno preso bene la novità. Alcuni già dalle medie si portavano dietro la frustrazione dei 4 e dei 5. Ritrovarsi di fronte ai giudizi ha reso più tranquillo il rapporto con le famiglie. Bisogna ragionare sul fatto che i voti non sono la valutazione, che invece può esser fatta in tanti modi".

E.G.