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Esplosione a Calenzano: cordoglio e riflessioni sulla sicurezza dei trasporti

Il sindaco Carovani e il CEO di Eni discutono le conseguenze dell'esplosione. Federtrasporti chiede maggiore rigore nelle leggi.

Giuseppe Carovani, sindaco di Calenzano, sul luogo del disastro

Giuseppe Carovani, sindaco di Calenzano, sul luogo del disastro

Il telefono di Giuseppe Carovani, sindaco di Calenzano, è squillato mentre il primo cittadino era in prima linea nel luogo del disastro che lentamente stava portando alla luce i contorni del carico di dolore e di morte di una vicenda che ha scosso tutti. Dall’altra parte c’era Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, che ha espresso subito a Carovani il cordoglio per le vittime dell’esplosione al deposito carburanti e la sua vicinanza alla comunità.

"Mi ha chiamato quando ero sul sito dell’esplosione – sono le parole di Carovani apparso visibilmente e comprensibilmente sconvolto fin dal suo arrivo in via Erbosa – e facevo fatica a comunicare". "È stata una chiamata normale, di cortesia, e apprezzabile" confessa Carovani. Ma per il sindaco questa storia non è che l’inizio di un processo di cambiamenti non più rimandabile. "Il resto delle questioni che sono sul tappeto, le affronteremo" più avanti – le sue parole – C’è l’intenzione anche da parte della Regione Toscana di aprire un tavolo di confronto, a cui parteciperemo molto volentieri, ponendo il tema della compatibilità di questo sito con il contesto in cui è inserito". Un tema – conclude "che questo episodio mette in evidenza e che abbiamo esplicitato molto chiaramente in questi giorni".

L’amministrazione comunale nei giorni scorsi ha anche attivato una casella e-mail per le richieste di risarcimento dei danni materiali ad aziende e privati cittadini danneggiati dall’esplosione, che saranno poi reindirizzate alla stessa Eni.

Intanto anche Federtrasporti interviene sulla tragedia di Calenzano. In una nota il presidente dell’associazione Claudio Villa – esprimendo cordoglio a due aziende associate (Rat e Cotras) che hanno perso altrettanti autisti nell’esplosione al deposito e alle famiglie di tutti i lavoratori coinvolti nell’incidente – sottolinea che "il rischio del trasporto si argina soltanto attenendosi a rigidi procedimenti" e "regole ferree".

Perché, sottolinea Villa, "lavorare lungo una strada, percorrere ogni giorno centinaia di chilometri espone già di per sé a rischi, ma trasportare merci pericolose rappresenta un’elevazione alla potenza di questo rischio". "Non è normale che i tempi di carico si allunghino fino a 4-5 ore - accusa Villa -, creando insofferenza in chi è costretto ad attendere. Non è normale che in fase di scarico un autista non disponga di connettori standard per raccordare l’autocisterna con un deposito e in qualche caso debba pure affidarsi all’improvvisazione. E tutto ciò che è fuori dal normale, e quindi fuori dalle procedure, funziona come una crepa che si apre nella barriera eretta per proteggere la sicurezza".

Per questo il presidente di Federtrasporti invita Governo e Parlamento a riflettere su quanto avvenuto e su quanto succede quotidianamente sui luoghi di carico e scarico per legiferare con maggiore rigore: "Non vorrei che ci fossimo abituati all’incidentalità".