SANDRA NISTRI
Cronaca

Esplosione a Calenzano. Lettera aperta del Pd: "Ora la commissione"

I dem locali riaprono il tema della delocalizzazione del sito Eni "Un rischio che non si può più correre: occorre affrontare il futuro dell’area" .

Un particolare dell’esplosione che ha causato cinque morti

Un particolare dell’esplosione che ha causato cinque morti

Una lettera aperta con più destinatari ma un unico tema, tragico, l’incidente dello scorso 9 dicembre nel deposito Eni di Calenzano che ha causato la morte di cinque lavoratori. A inviare la missiva il Pd di Calenzano mentre gli ‘interlocutori’ cui è destinata appartengono a tutti i livelli istituzionali: dal Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin al sindaco di Calenzano Giuseppe Carovani passando per il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e i parlamentari eletti nel collegio solo per citarne alcuni. Partendo da quanto avvenuto la lettera pone domande che tutti a Calenzano si sono fatti nelle ultime settimane: "Cosa sarebbe accaduto se la pensilina oggetto dell’esplosione fosse stata quella più vicina ai depositi? Cosa sarebbe avvenuto se l’onda d’urto, che ha spaccato le finestre delle case ad oltre 800 metri di distanza, avesse incontrato sulla sua strada un treno passeggeri in transito sui binari a meno di 250 metri dal luogo dell’esplosione? Cosa sarebbe successo se l’esplosione fosse avvenuta in un orario in cui gli impianti sportivi della zona, severamente danneggiati, sarebbero stati pieni di ragazzi?".

La risposta "è che un rischio di tal genere non può e non deve essere più corso. Non può essere accettato nessun altro argomento, come i sessant’anni trascorsi senza incidenti, la baricentricità del sito, la possibilità di rivedere e aggiornare le procedure di sicurezza". Da questo assunto il Pd calenzanese parte per porre una serie di richieste precise: "che, in parallelo alle indagini della magistratura, sia verificato lo stato delle infrastrutture del deposito Eni a seguito dell’incidente, con piena trasparenza nei confronti della comunità locale su eventuali danni causati dall’esplosione; che si ponga all’ordine del giorno la rivalutazione della collocazione, del dimensionamento e della funzione di distribuzione del sito, sulla base delle attuali prospettive di transizione energetica, delle possibili alternative territoriali e funzionali; che si valutino opportune opere e procedure di mitigazione del rischio fintanto che non sarà deciso il destino finale dell’area; che si valuti la corresponsione al Comune di Calenzano, come a tutti i Comuni che ospitano impianti a rischio di incidente rilevante, di un’indennità specifica per la presenza di queste strutture; che venga istituita a livello locale una commissione speciale alla quale tutte le istituzioni in indirizzo offrano la massima collaborazione nell’approfondire l’incidente e nell’affrontare il futuro dell’area".

Una prima risposta arriva da uno dei destinatari, il governatore Eugenio Giani: "Sono d’accordo con queste richieste, ho posto subito il tema di costituire un tavolo di lavoro per poter pianificare quanto meno l’alleggerimento delle funzioni e del carico di pericolosità di quel sito che, quando venne costruito, fu realizzato in aperta campagna e oggi invece si presenta come un’area industrializzata, urbanizzata con forte attrattiva visti i tanti che frequentano i vicini impianti sportivi. Da inizio anno, anche tenendo conto delle indicazioni che arrivano dalla magistratura, occorrerà sviluppare questo tavolo per studiare soluzioni alternative".