Morire o salvarsi per pochi minuti. Senza una spiegazione ancora chiara, con tante domande, dolore e amarezza. I colleghi delle vittime del deposito Eni di Calenzano ieri mattina si sono presentati in via Erbosa presto, quasi per capire se era tutto vero.
C’è chi è rimasto in silenzio, chi ha detto qualche parola e poi si è sfilato, chi si è fermato a parlare spiegando i rischi del mestiere e ricordando gli amici scomparsi, a partire da Vincenzo Martinelli, la prima vittima accertata. "Quando lo trovavi qui passavi venti minuti a chiacchierare, era un tipo amabile, si entrava subito in confidenza con lui. Ci vedevamo quasi ogni giorno – il ricordo di Giuseppe Drago – Ho passato tutta la notte sveglio, con le lacrime, non riesco a capacitarmi di quello che è successo, come chiunque di noi. Potevo esserci io".
Come molti suoi colleghi anche Drago ha visto il video dell’esplosione: "Ma non riusciamo a spiegarci quello che è successo. Anche quando c’è uno spandimento, cioé benzina che cade di fuori, oppure una rottura, mai si arriva a creare veramente un pericolo. Che porti ad un’esplosione, poi, non me lo sarei immaginato".
Dubbi sui lavori di manutenzione nel deposito. C’è chi ha detto che non si dovrebbero svolgere mentre si carica: "Questo è vero, anche noi a volte ci siamo lamentati – continua Drago – Non conosciamo le ditte esterne, non sappiamo se questi lavori si svolgono in assoluta sicurezza, ma ci fidiamo. Noi siamo controllati al massimo, ci sono telecamere che vedono anche i peli del naso, presumiamo che la sicurezza sia talmente alta dentro che ci sentiamo sicuri. L’insicurezza semmai nasce appena sei fuori dal deposito".
E ancora: "Per noi la sicurezza dentro c’è sempre stata, anzi a volte ci sembrava pure esagerata. Magari può capitare un’anomalia improvvisa, ma scatta un sistema" di controllo. La nube del video "non si capisce da cosa può essere generata" e comunque in caso di anomalie "chiudono il carico".
Anche Andrea Delogu ha visto il video dell’esplosione: "Non mi spiego come sia potuto succedere, non ho mai visto una cosa del genere". Maurizio ha le lacrime agli occhi: "Vincenzo aveva fatto il primo carico presto e stava venendo a fare il secondo, potevo esserci anch’io con lui. Mi ha trattenuto il gestore a fare colazione, Vincenzo invece ha fatto più veloce del solito. Così io al momento dell’esplosione ero al casello di Calenzano e lui nel deposito...".
Enzo Celentano era amico di Martinelli: "Ho ricevuto una telefonata della figlia e ho dovuto nascondere la realtà che conoscevo. Non c’era persona migliore. L’esplosione? Quando avviene significa che ci sono vapori, bisogna vedere se da cisterna o pensilina".
Anche Massimiliano Matranga, Uil trasporti Toscana, conosceva le vittime: "Alcuni hanno cominciato da ragazzi. Non sappiamo cosa sia successo, tocca alla magistratura stabilirlo. Noi faremo una manifestazione".