REDAZIONE FIRENZE

Esplosione al deposito Eni di Calenzano: indagini della procura di Prato

Cinque morti e nove feriti nell'esplosione al deposito Eni di Calenzano. La procura di Prato indaga sulle cause.

Cinque morti e nove feriti nell'esplosione al deposito Eni di Calenzano. La procura di Prato indaga sulle cause.

Cinque morti e nove feriti nell'esplosione al deposito Eni di Calenzano. La procura di Prato indaga sulle cause.

FIRENZEPerquisizioni, disposte dalla procura di Prato, anche in una terza impresa coinvolta nei lavori di manutenzione programmati al deposito dell’Eni di via Erbosa, a Calenzano, dove alle 10.20 di lunedì 9 dicembre, una potente esplosione ha ucciso cinque persone che si trovavano all’interno dell’area di carico dei carburanti.

Con la fine, almeno di una prima fase, dell’attività di acquisizione, inizia una fase di studio, sempre coordinata dalla procura guidata da Luca Tescaroli, del materiale acquisito presso le sedi Eni, la Sergen e, appunto, questa ulteriore azienda che aveva l’incarico di compiere opere nell’area.

Carabinieri e digos hanno acquisito piani di sicurezza, documentazione, contratti, formazione, ma anche dispositivi informatici che potrebbero contenere dati e comunicazioni utili alla ricostruzione del prima e del dopo l’esplosione costata la vita dei tre autisti di autocisterne (Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso e Davide Baronti) e i due meccanici della Sergen Gerardo Pepe e Franco Cirelli e il ferimento di nove persone, di cui due ancora in condizioni gravissime a Cisanello.

Tra i feriti, inoltre, c’è anche il responsabile della sala controllo dello stabilimento Eni: la potenza della deflagrazione ha infatti devastato, oltre che i corpi dei malcapitati – che per essere riconosciuti, in alcuni casi, si è dovuto ricorrere alla comparazione del dna o delle arcate dentali - anche le strutture “fisse“ del deposito. E gli effetti della "bomba" sono arrivati fino a un chilometro di distanza, danneggiando capannoni, negozi, abitazioni private.

Erano adeguate le previsioni del rischio? Sono domande affidate ai gruppi di consulenti nominati dalla procura, a cui è stato chiesto di depositare le proprie conclusioni ai quesiti entro sessanta giorni.

L’attività si concentra sulle baie epicentro del disastro: alla 6 è avvenuta l’esplosione, nel corridoio tra la baia 6 e la 7 è stato ritrovato tra le macerie anche il carrello, possibile innesco di quell’atmosfera esplosiva che potrebbe essersi creato per una o più cause.

In un video, recuperato dagli inquirenti dall’impianto di sorveglianza, si vede chiaramente una nuvola di vapore, che aleggia sulla baia dove si verificherà la prima esplosione.

ste.bro.