SANDRA NISTRI
Cronaca

Esplosione al deposito Eni: "Presto tutti i risarcimenti"

L’azienda: "Già versati 250mila euro, soprattutto per i danni di lieve entità". L’obiettivo? Liquidare gli indennizzi il prima possibile dopo le verifiche.

Un sopralluogo dopo la strage al deposito Eni dello scorso 9 dicembre (FotoGermogli)

Un sopralluogo dopo la strage al deposito Eni dello scorso 9 dicembre (FotoGermogli)

È ancora più alta, rispetto alla cifra fornita dal sindaco Giuseppe Carovani durante la seduta della commissione speciale sul disastro dell’impianto Eni di via Erbosa, la cifra già erogata da Eni per una prima tranche di risarcimenti dei danni subiti da privati e aziende per il terribile scoppio del 9 dicembre che ha provocato cinque vittime. L’azienda infatti "conferma che, dopo essersi subito attivata per la raccolta di tutte le richieste di risarcimento di danni materiali che si sono verificati nel territorio, sta proseguendo rapidamente alla loro gestione e liquidazione, in costante evoluzione. A oggi le somme già versate ai cittadini ammontano a circa 250mila euro, principalmente per danni ad autovetture o a parti minori di immobili". Ciò che traspare, dunque, è che le prime cifre già accreditate sono relative ai danni meno ingenti, quelli a carico di veicoli o a parti di immobili: vetri, porte, infissi ad esempio che l’esplosione ha fatto, in molti casi, addirittura saltare.

Sul tema anche durante l’assemblea pubblica delle scorse settimane era emersa una prima criticità sollevata da alcuni dei danneggiati che avevano segnalato l’intenzione, comunicata dai periti, di pagare il danno tenendo conto del grado di usura degli elementi, ad esempio porte ma anche gazebo o tende esterne. Ipotesi questa su cui, al momento, non c’è un chiarimento da parte di Eni che, invece, assicura di essersi attivata anche per i danni più ingenti: "Anche i danni di maggiore rilevanza, quali quelli strutturali a manufatti o alle ripercussioni nell’esercizio di attività aziendali – sottolinea infatti l’azienda - sono oggetto di gestione costante, pur richiedendo necessariamente un’analisi più ampia tramite i periti assicurativi incaricati, i quali stanno operando con la maggiore tempestività possibile come richiesto anche da Eni. La Società, a prescindere da ogni profilo di merito della vicenda, rimane pronta a liquidare tempestivamente ogni danno verificatosi in seguito alla progressiva conclusione dei relativi accertamenti". L’obiettivo dichiarato, dunque, sembra quello di fare presto anche per casi di danni più cospicui: ad esempio quelli a carico delle ditte praticamente confinanti con l’impianto di via Erbosa che, in molti casi, hanno dovuto anche acquistare nuovi macchinari. Nel computo delle richieste danni, 360 secondo i numeri forniti dal primo cittadino quelle a conoscenza del Comune, anche quelle presentate dalla stessa amministrazione comunale: nell’esplosione sono state pesantemente coinvolti, tra l’altro, la piscina comunale e il palazzetto di via di Prato, ma anche, come emerso in commissione, il cogeneratore che si trova a poca distanza dal sito Eni.