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Esplosione alla pizzeria del clan Condannati i tre mandanti

Pene fino a quattro anni: con l’attentato del febbraio 2021 a “Pizza, cozze e babà“ di Porta al Prato avrebbero agevolato la famiglia di Piedimonte, rivale dei Cuomo. Già giudicati i due presunti esecutori.

Esplosione alla pizzeria del clan Condannati i tre mandanti

di Stefano Brogioni

FIRENZE

Portarono la guerra di camorra a Firenze. Precisamente a Porta al Prato, mettendo nel mirino il ristorante “Pizza, cozze e babà“, l’attività che i loro rivali, i Cuomo, avevano da poco avviato in via Gabbuggiani, di fronte alla stazione Leopolda.

Il giudice Federico Zampaoli ha condannato i tre mandanti di quell’attentato, consistito nel far esplodere il bandone dell’esercizio commerciale, a scopo intimidatorio. La deflagrazione si verificò intorno alle quattro del mattino del 23 febbraio del 2021.

Il tribunale ha condannato, in abbreviato, Mario Tortora, 30 anni, Luigi Vicidomini, 38, e Marco Iannone, 40. Tutti originari di Nocera Inferiore (Salerno) e tutti accusati, oltre che di danneggiamento, detenzione e porto illeciti di esplosivi, dell’aggravante di aver agevolato il clan mafioso di quelli di Piedimonte.

A Tortora e Vicidomini, attualmente reclusi a Benevento e Secondigliano, il gip ha inflitto quattro anni. Tre a Iannone, che si trova ristretto a Frosinone. Le indagini delle Sezioni Investigative del Servizio Centrale Operativo (Sisco) e della squadra mobile di Firenze hanno portato la procura distrettuale antimafia ad identificare in Sabato Marinello e Luigi D’Auria (condannati a tre anni in primo grado) gli esecutori materiali del “botto“.

I tre sarebbero stati invece i mandanti.

In particolare, Vicidomini avrebbe finanziato la spedizione fiorentina dei due esecutori il Tortora avrebbe procacciato l’esplosivo necessario.

L’esplosione, hanno ricostruito ancora le indagini, doveva servire a colpire i Cuomo, clan in conflitto con quelli di Piedimonte che era emigrato a Firenze per avviare nuovi business e trovare nuove risorse per cercare di recuperare lo svantaggio con i rivali.

Ma l’arrivo dei Cuomo non era sfuggito alle antenne dei servizi investigativi.

E infatti, c’era già una telecamera puntata sull’ingresso di “Pizza, cozze e babà“, che oltre a riprendere i presunti traffici della famiglia (oggetto poi di un’altra operazione della Dda), inquadrò anche l’esplosione che danneggiò il bandone e l’ingresso del locale, inaugurato poche settimane prima. In questi giorni, Luigi Cuomo è stato destinatario dell’obbligo di soggiorno a Firenze e delle confisca di un immobile a Nocera, deciso dal tribunale di prevenzione.