Livorno, 12 dicembre 2024 – Restano stazionarie, e quindi ancora gravi, le condizioni di Emiliano Braccini, l’autista di Vicarello (nel comune di Collesalvetti in provincia di Livorno) 51enne della ditta di trasporti Meri Trans, che ha riportato ustioni su circa il 60% del corpo in seguito all’esplosione avvenuta al deposito Eni di via Erbosa a Calenzano lunedì mattina. L’esplosione ha causato la morte di cinque lavoratori e il ferimento di 26 persone, incluso Emiliano Braccini e con lui Luigi Murno. Come hanno raccontato i testimoni dell’incidente, Emiliano Braccini “dopo la deflagrazione, pur avvolto dalle fiamme, ha avuto il sangue freddo per togliersi da solo tutti gli indumenti ignifughi che indossava in quel momento. Tutti gli autisti delle autocisterne sono tenuti a usare l’abbigliamento tecnico proprio per l’elevato grado di pericolosità delle loro mansioni e dell’ambiente di lavoro. Basta una scintilla e salta tutto. Anche i telefoni cellulari sono vietati”. Se non si fosse liberato immediatamente degli abiti trasformati in una torcia, avrebbe riportato conseguenze anche peggiori.
Da lunedì Emiliano Braccini è ricoverato, in coma farmacologico e intubato, al centro grandi ustionati dell’ospedale Cisanello di Pisa. Accanto a lui giorno e notte c’è la moglie Ilenia Pellegrini, con la quale è in contatto quotidiano Sara Paoli, sindaca di Collesalvetti, che sta offrendo un supporto anche umano alla famiglia in questo momento difficile. “Se non ci saranno altri problemi, nel giro di un mese sarà possibile iniziare i primi autotrapianti di pelle sulle parti di corpo lesionate dalle fiamme” spiega Sara Paoli. Ieri sono proseguiti gli accertamenti strumentali e diagnostici per assicurare le migliori terapie. All’ospedale Cisanello è stato ricoverato anche Luigi Murno, 37 anni, originario della provincia di Potenza, con ustioni sul 50% del corpo. Anche lui è in coma farmacologico e intubato. Braccini e Murno hanno ustioni fino al terzo grado su braccia, volto, corpo e soprattutto gambe. Per loro la prognosi è riservata. Oltre alle ustioni hanno infatti riportato anche traumi e fratture, perché nell’esplosione sono stati scaraventati a terra a distanza di decine di metri.
ll paesino lucano di Villa d’Agri sta con il fiato sospeso. Le seimila anime della frazione lottano insieme al loro compaesano Luigi Murno, il lavoratore gravemente ferito nell’esplosione del centro Eni di Calenzano, ora ricoverato ai grandi ustionati di Pisa. Due luoghi lontani, quello del disastro e quello della casa dell’operaio, separati da 650 chilometri, ma che non sono mai stati così vicini. I genitori sessantenni di Luigi infatti, accompagnati dal fratello, si sono precipitati in Toscana appena appreso dell’incidente; e con loro simbolicamente è salito tutto il paese. La notizia di un aggravamento delle condizioni durante il ricovero, giunta ieri, ha lasciato senza parole una comunità per la quale il settore petrolifero è uno dei principali bacini occupazionali. Un ragazzo conosciuto e con un carattere solare: così viene descritto Luigi dal sindaco di Marsicotevere (dove si trova Villa d’Agri), Marco Zippari, in costante contatto con la famiglia del lavoratore: “La notizia ci ha sconvolto come comunità – è commosso, ma lucido il primo cittadino – In paese ci conosciamo più o meno tutti. I parenti in questo momento stanno vivendo un incubo. Non ci resta altro che sperare”. Già perché Luigi, prima di essere un dipendente della Seget, è soprattutto un padre e anche un compagno.
A stringere i denti, nella speranza di un miglioramento, ci sono anche il suo bambino e la madre. “Appena abbiamo saputo la notizia siamo rimasti di sasso – continua Zippari – Il vicesindaco è andato a casa della famiglia di Luigi prima che partisse per portare il nostro sostegno. Non sono solo parole: come amministrazione siamo lì, a lottare con lui” conclude, rilanciando la solidarietà anche per gli altri due lavoratori originari della Basilicata che hanno perso la vita in quell’esplosione.