Calenzano, 9 dicembre 2024 – “Siamo sconvolti, vedevamo persone insanguinate in strada e vetri ovunque. Penso ai ragazzi che lavorano nella raffineria e che vengono sempre qui a mangiare”. E’ sconvolta la titolare del bar che si trova in via Le Prata a Calenzano, a pochi metri dall’impianto dell’Eni esploso dopo un incidente per il quale si stanno cercando di capire le cause. Sono le 10.20 di un qualsiasi lunedì mattina. Si torna a lavoro dopo il weekend. Ma è un lunedì di dolore e tragedia.
In Toscana oltre 50 stabilimenti pericolosi
“Abbiamo sentito un boato tremendo, eravamo qui nel bar. Abbiamo avuto i vetri tutti in frantumi – dice la donna – Sono uscita e ovunque era il caos. In strada era l’inferno con persone ferite, in terra, che cercavano di tamponarsi il sangue. Una scena che mette i brividi”.
La donna conosce tutti i lavoratori dell’impianto Eni dove è avvenuta l’esplosione perché lì vengono per un caffé o per il pranzo. “Penso a tutti loro, non è giusto morire così – dice mentre scoppia in lacrime – Sappiamo che ci sono vittime e stiamo attendendo di capire, di avere più notizie”.
Sui telefonini arriva il messaggio dell’It Alert
Intanto tra i nove feriti per l'esplosione al deposito Eni di Calenzano tre sono in codice rosso gli altri sei sono codici verdi. E' quanto si spiega dall'Azienda sanitaria Asl Toscana centro. I traumi, si precisa, sono da bruciature e per l'onda urto causata dall'esplosione. Dei tre codici rossi uno è stato portato all'ospedale Cisanello di Pisa, al centro grandi ustionati, gli altri due a Careggi. In particolare uno dei feriti portati a Careggi in codice giallo è stato poi riqualificato come codice rosso.