Calenzano, 12 febbraio 2025 – Una consulenza tecnica è stata avviata per valutare eventuali contaminazioni ambientali derivate dall’esplosione al deposito Eni di Calenzano. Come si legge in una nota della procura di Prato firmata dal procuratore capo Luca Tescaroli, “a causa dei malfunzionamenti riscontrati nell'impianto, dai quali sono derivati sversamenti di carburante accertati tramite recenti sopralluoghi”, gli inquirenti vogliono andare più a fondo.
Verifica della presenza di sostanze contaminanti
L'obiettivo è ora quello di verificare la presenza di idrocarburi e altre sostanze velenose nelle acque sotterranee, nonché nelle zone adiacenti al deposito, inclusi i canali di scolo. Sarà fondamentale determinare la presenza di eventuali responsabilità penali e capire se si debba procedere a una bonifica. Per questo motivo, il sequestro dell'area resta in vigore.
Rischi persistenti e scenari futuri
Nonostante l'interruzione delle operazioni di trasporto e commercializzazione al deposito, secondo la Procura, il sito continua a presentare significativi rischi esterni, compresi quelli legati ad eventuali rotture, a fenomeni sismici, meteorologici e geofisici, come pure a dissesti idrogeologici e cadute di fulmini. Il deposito custodisce circa 40.000 tonnellate di combustibile.
Ulteriori indagini e aspetti sanitari
Nell'ambito degli accertamenti, è stata prevista inoltre un'ulteriore indagine finalizzata all'acquisizione di documentazione utile a chiarire le cause della tragedia e a individuare eventuali responsabilità per la morte delle cinque vittime e i numerosi feriti. Sul fronte sanitario, la Regione Toscana ha comunicato che i due feriti più gravi, fino a qualche giorno fa ricoverati in condizioni critiche al centro ustioni di Cisanello a Pisa, hanno superato la fase più critica. Un paziente è stato trasferito all'ospedale di Livorno per ulteriori cure, mentre l'altro, ormai fuori pericolo, ha iniziato un percorso di riabilitazione a Potenza.