REDAZIONE FIRENZE

Calenzano, nuovo filone d’inchiesta nel deposito dell’esplosione. L’ipotesi di scarichi irregolari

La vicenda del disastro in provincia di Firenze che provocò cinque morti e ventisei feriti. Le indagini della procura di Prato si concentrano anche sulle acque reflue, confluite in un fosso attraverso un bypass che secondo l’accusa sarebbe stato realizzato senza autorizzazioni

Calenzano, nuovo filone d’inchiesta nel deposito dell’esplosione. L’ipotesi di scarichi irregolari

Prato, 8 aprile 2025 – La Procura di Prato ha emesso nuovi avvisi di garanzia per reati ambientali nei confronti di quattro dirigenti della società Eni nell'ambito delle indagini sull'esplosione avvenuta nel deposito di carburanti Eni di via Erbosa a Calenzano (Firenze) il 9 dicembre 2024, dove morirono cinque operai e rimasero ferite 27 persone.

Con un'informazione di garanzia e un decreto di perquisizione il procuratore Luca Tescaroli contesta, spiega un comunicato, "un ulteriore reato, consistito nell'aver provveduto ad aprire o, comunque, consentito che venissero effettuati nuovi scarichi di acque reflue industriali nel fosso Tomerello, provenienti dal deposito Eni di Calenzano, senza l'autorizzazione unica ambientale prescritta (Aua), che avrebbe dovuto essere rilasciata dalla Città Metropolitana di Firenze, mediante l'impiego di un bypass che mette in comunicazione la vasca di fine trattamento del ciclo con il corpo recettore finale (il predetto fosso)".

RTHERYT
I danni dentro il deposito dell'esplosione. Furono cinque i morti e 26 feriti (Fotocronache Germogli)

Gli indagati avrebbero permesso, in particolare, lo scarico di acque reflue, spiega la Procura, che "hanno determinato una concentrazione di idrocarburi totali nel fosso in questione maggiore del limite autorizzato allo scarico stesso (limite corrispondente a 1 mg/L per la normativa nazionale e 0,5 mg/L per la prescrizione)".

Gli avvisi di garanzia sono stati decisi sulla base dei risultati di una consulenza tecnica e di ulteriori accertamenti espletati "relativi alla porzione investigativa correlata ai pericoli per la salvaguardia dell'ambiente e della salute della collettività derivanti dal disastro" conseguente all'esplosione. Sono quattro gli indagati, alcuni dei quali in qualità di responsabili della parte ambientale e strutturale del deposito. 

La Procura ha disposto un decreto di ispezione, perquisizione personale, locale e informatica e sequestro nelle sedi di Eni spa, compreso il deposito di Calenzano. E' stata, inoltre, acquisita la documentazione inerente al procedimento autorizzativo che ha portato al rilascio dell'Aua (Autorizzazione Unica Ambientale) per il deposito di Calenzano, presso gli uffici della Città Metropolitana di Firenze.

Tutti gli accertamenti "sono il frutto di un intenso lavoro effettuato con la massima cautela e attenzione alla ricerca di ogni elemento di prova anche a favore degli indagati, al quale hanno contribuito e stanno contribuendo qualificati consulenti tecnici, gli appartenenti al Dipartimento della Prevenzione dell'Asi Toscana Centro, dei Carabinieri del Nucleo Investigativo Reparto Operativo del Comando Provinciale di Firenze e del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (Noe)", conclude la Procura.