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Esplosione nell’impianto dell’Eni. Sopralluogo con i super consulenti

Domani i periti della strage di Capaci e un impiantista nell’area del disastro: manutenzione nel mirino . Accertamenti allo stallo 6 dove erano in corso i lavori e dove un carrello potrebbe aver fatto da innesco.

Esplosione nell’impianto dell’Eni. Sopralluogo con i super consulenti

L’area dell’impianto Eni dove, lunedì scorso dopo le 10, è avvenuta l’esplosione che ha ucciso cinque lavoratori

di Stefano Brogioni

CALENZANO (Firenze)

La procura di Prato ha già in mano tutte le carte riguardanti gli impianti e i piani di sicurezza, per evitare o fronteggiare un’emergenza, del deposito di Calenzano dove, lunedì scorso, alle 10.20, un’esplosione ha ucciso tre conducenti di autocisterne che stavano caricando carburante destinato alle stazioni di servizio del centro Italia, e due manutentori che, ad alcune linee di erogazione, stavano effettuando dei lavori. Ma nell’inchiesta, condotta dal procuratore capo Luca Tescaroli, assieme al sostituto Massimo Petrocchi, aperta per le ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo, lesioni, crollo doloso di costruzioni e su fattispecie di sicurezza del lavoro (la rimozione di cautele), sarà protagonista anche un gruppo di superconsulenti incaricati di svolgere gli accertamenti più specifici e tecnici.

Al sopralluogo previsto per domani mattina nell’area di via Erbosa, finita sotto sequestro, è prevista la partecipazione oltre che degli esplosivisti esperti di “bombe“ (sono gli stessi che hanno analizzato l’esplosivo di Capaci o scandagliato la carcassa della Moby Prince) anche di un "impiantista". Il fulcro degli accertamenti pare essere la baia 6, ovvero lo stallo in cui erano in corso lavori di manutenzione all’impianto di recupero vapori, da dove potrebbe essersi propagata una "nuvola" ripresa anche da alcuni video. Sempre alla baia 6 potrebbe essere stato utilizzato un carrello che, tra componenti elettrici e parte metalliche, potrebbe essere l’innesco dell’esplosione che ha ucciso gli autisti Vincenzo Martinelli, 51 anni, di Prato, Carmelo Corso, 57, e Davide Baronti, 49, e i manutentori dell’impresa lucana Sergen Franco Cirelli, 50, e Gerardo Pepe, 45 anni. Ieri, la procura ha comunicato che si sono conclusi i riconoscimenti: necessario il dna e l’analisi delle arcate dentali. Il prossimo passaggio è la restituzione delle spoglie alle famiglie per le esequie. "Le delicate indagini in corso richiedono la massima riservatezza - ha scritto Tescaroli in una nota -. L’ufficio è impegnato a svolgere le necessarie investigazioni per accertare prima possibile le eventuali responsabilità ove esistenti per fornire le necessarie risposte".

Sulla strage del deposito Eni, che oltre ai cinque morti ha provocato nove feriti, di cui due sempre gravissimi al centro grandi ustioni del Cisanello di Pisa, è intervenuta ieri la segretaria Dem Elly Schlein nella sua relazione di apertura dell’Assemblea nazionale del Partito democratico all’Auditorium Antonianum di Roma. "Il pensiero va alle cinque vittime di Calenzano, l’ennesima tragedia sul lavoro e senza che i vertici dell’azienda abbiano nemmeno avuto accortezza di recarsi sul posto".

L’Eni ha però aperto una casella di posta elettronica dedicata alle richieste di rimborso dei danni patiti da attività e residenti anche dei Comuni limitrofi di Campi Bisenzio e Sesto. In poche ore ne sono partite 120.