STEFANO BROGIONI
Cronaca

Firenze, 34 anni fa l'attentato nel condominio. Un mistero mai chiarito

La stessa miscela usata per la strage del rapido 904 e per un altro attentato alle poste di via d'Angiò. Chi mise quella bomba in via Toscanini e perché?

L'attentato del 1987 in via Toscanini a Firenze (foto archivio Pressphoto)

Firenze, 5 novembre 2021 - Via Toscanini stava dormendo come ogni mattina, il 5 novembre 1987. Ma quella mattina diventò diversa da tutte le altre. Un fragoroso scoppio alle 5.33 del mattino fece saltare gli appartamenti di tre condomini. L'esplosione, 34 anni dopo, è ancora avvolta nel mistero.

Un mistero che evoca strategie oscure. L'esplosivo, 38 chili, che qualcuno infilò nei garage sottorranei nel condominio, era infatti la stessa miscela di pentrite, T4 e Tnt che era stata usata per l'attentato del rapido 904, la strage di Natale del 23 dicembre 1984 a Vernio, e per un altro attentato all'ufficio postale di via Carlo d'Angiò, sempre a Firenze, il 13 agosto 1985. Chi mise quella bomba in via Toscanini? E perché?

L'attentato del 1987 in via Toscanini a Firenze (foto archivio Pressphoto)
L'attentato del 1987 in via Toscanini a Firenze (foto archivio Pressphoto)

Due giorni prima, il giudice istruttore Emilio Gironi, aveva chiuso l'inchiesta sulla strage di Natale, rinviando a giudizio per banda armata, strage e attentato con finalità di terrorismo sette persone tra cui il cassiere della mafia Pippo Calò e il boss napoletano del rione Sanità, Giuseppe Misso. Era la mafia anche in quella tranquilla strada a ridosso di una trafficata via Baracca?

Sei anni dopo, Cosa Nostra prenderà nuovamente di mira Firenze. A differenza dei Georgofili, in via Toscanini non ci furono vittime. “Fu un miracolo”, ci racconta un residente, il signor Gerbi, “che qui non ci siano stati morti, ma paradossalmente anche la nostra sfortuna visto che nessuno ci ha mai risarcito. Molti dovettero andare ad abitare altrove, io spesi 50 milioni di tasca mia per risistemare l'appartamento e nessuno ci ha mai restituito nulla”. E le inchieste? Anche quelle un buco nell'acqua. Piero Luigi Vigna, il magistrato che lottava contro eversione e stragismo, non arrivò mai a capo di nulla.

Non fu mai identificato, nonostante un identikit, neanche quell' "uomo magro, alto, che al momento dell’esplosione si trovava fermo accanto ad una vettura Renault, in via Baracca, non lontano dallo stabile dove si verificò lo scoppio". Neanche una rivendicazione giunse dopo la bomba di via Toscanini. Solo misteri, figli di un'epoca nera ancora oggi mai chiarita.