Firenze, “Giù dalla finestra per fuggire da chi voleva uccidermi”. Ex Astor, l’inferno di Manuel

Firenze, parla l’uomo al centro dei fatti del 28 maggio, quando ci fu un violento pestaggio da parte della presunta banda che gestiva gli affitti abusivi nella struttura

Firenze, 5 agosto 2023 – “Dicevano che volevano uccidermi, tenevo la porta chiusa ma loro volevano entrare e colpirmi”.

L’operazione al naso, i colpi in testa, il braccio fasciato. Manuel, 40 anni, è l’uomo che lo scorso 28 maggio è stato pestato dentro all’ex Hotel Astor dalla presunta banda che riscuoteva gli affitti illegali per alloggiare nelle stanze e che è stata arrestata in queste ore.

le persone finite in carcere. Una vicenda che può legarsi, secondo la tesi degli investigatori, alla scomparsa di Kata, la bambina di cui non si hanno più notizie ormai dal 10 giugno, sparita mentre era dentro la struttura. 

Il 28 maggio, quindi un paio di settimane prima della scomparsa, accade il pestaggio più violenti tra quelli avvenuti tra l’autunno 2022 e la primavera 2023 nell’ex Astor. E’ quello in cui il quarantenne viene aggredito da colui che indica in “Carlos”, l’uomo ora fra gli arrestati e riconosciuto come il capo di chi riscuoteva gli affitti per le stanze, con prezzi che potevano andare fino ai mille euro. 

Tutto nasce sembra dalla musica troppo alta. Manuel, che cercava un posto dove andare a vivere a Firenze, non trovando niente “poiché c’è molta diffidenza negli affitti agli stranieri” va a vivere con la sua ragazza, che già abitava dentro l’hotel occupato. “Sapevo da lei dell’esistenza dell’ex Astor. Sono entrato nel marzo 2023. C’era un certo Carlos, detto “Charloncio”, che comandava e decideva chi entrava e chi no, buttando fuori chi non pagava”. 

Sabato 27 maggio intorno alle 21 la ragazza di Manuel sta ascoltando musica, ma secondo i vicini è troppo alta. Parte una lite tra due donne e sale anche Carlos. C’è un violento battibecco tra lo stesso Carlos e Manuel. La cosa sembra finita lì ma la domenica nel tardo pomeriggio parte la spedizione punitiva.

“La mia ragazza mi avvisa trafelata che Carlos e altre quindici persone vogliono entrare nella nostra camera e in altre per far uscire tutti, hanno mazze e bastoni”. La coppia resiste all’assalto chiudendo con le mani la porta che la banda vuole sfondare. Poi apre la porta cercando di far ragionare il gruppo. Ma per tutta risposta “ricevo un colpo in testa e altri colpi, cerco di difendermi”, dice Manuel. Poi la fuga del quarantenne verso il davanzale. “Volevano uccidermi, io mi aggrappo con le mani, sotto di me il vuoto. Quando sono arrivati a circa un metro da me mi sono lasciato andare e ho perso conoscenza”. 

Il caos dentro l’hotel, dove è in corso un vero e proprio rastrellamento, fa allarmare gli abitanti dei palazzi vicini. Molte le telefonate ai mezzi di soccorso, che intervengono. Manuel viene portato a Careggi e operato, riprenderà conoscenza solo all’ospedale. Pochi giorni dopo Kata scompare. Dopo la sparizione l’Astor verrà sgombrato e chiuso.