REDAZIONE FIRENZE

Ex Astor, il giorno più lungo Maxi sgombero di 11 ore Fuori in 132 dalle camere Chiude l’hotel degli orrori

Il blitz interforze in un quartiere blindatissimo. Gli occupanti tra Sorgane, Osmannoro e Vaglia. Il sindaco Nardella: "Avevamo chiesto di farlo subito, ora concentriamoci sulla bambina".

Ex Astor, il giorno più lungo Maxi sgombero di 11 ore Fuori in 132 dalle camere Chiude l’hotel degli orrori

L’ultimo catenaccio è stato appeso ai cancelli alle 17.30 di ieri. In quel pezzo di ferro c’è il sigillo finale sull’hotel degli orrori, l’ex Astor, dal quale la piccola Kata di 5 anni, è sparita il 10 giugno. La struttura, occupata da settembre del 2022, è stata finita di sgomberare definitivamente dopo una maxi operazione durata 11 ore. I numeri: 132 persone fatte uscire dalla struttura, di cui 110 ospitate in tre strutture di Firenze (la Foresteria Pertini del Comune, due strutture della cooperativa Il Girasole di cui una all’Osmannoro) e una a Vaglia, 42 minori per una trentina di nuclei familiari. Il giorno più lungo è iniziato alle 6.45 di ieri in un quartiere, San Jacopino, blindato da un massiccio spiegamento di forze dell’ordine. Polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale hanno infatti bloccato gli accessi a via Maragliano e via Boccherini creando una zona di sicurezza vietata ai pedoni e alle auto, smontata soltanto alle 17 di ieri.

A far scattare l’operazione è stato il decreto di sequestro preventivo emesso dal gip di Firenze, Angelo Pezzuti, su richiesta della Dda e del procuratore distrettuale Luca Tescaroli. Le motivazioni: il pericolo che l’hotel restasse una zona franca dove continuare a commettere reati. Ma dietro ci sono inevitabilmente motivi investigativi. Non appena l’ultimo sigillo ieri è stato apposto, gli inquirenti hanno dato il via a quella che è stata definita "un’attività invasiva". In una parola: battere, smontare e ispezionare ogni centimetro della struttura a caccia di tracce che aiutino a ritrovare Kata. A costo di entrare dentro muri e intercapedini dell’hotel. Segno che la caccia alla piccola, al momento, è concentrata tutta dentro l’ex albergo di San Jacopino. Durante lo sgombero non si sono registrati problemi di ordine pubblico o resistenza da parte degli occupanti che, in una decina di mezzi dei servizi sociali nel corso delle 11 ore, hanno lasciato la struttura peri dirigersi verso quelle di accoglienza del Comune, preparate in un tempo record di poche ore.

Gli ultimi a farlo sono stati gli occupanti del primo piano, dopo aver rifiutato svariate volte l’assistenza del Comune. Allo sgombero e alla trattativa finale, oltre ai dirigenti di Palazzo Vecchio, ai mediatori culturali, al personale Caritas ha partecipato anche l’assessore al Welfare, Sara Funaro. Presenti durante le operazioni il questore Maurizio Auriemma e il generale Gabriele Vitagliano, comandante provinciale dei carabinieri di Firenze. Sono passati a prendere le loro cose anche la madre della piccola Kata, Katherine Alvarez e lo zio della bimba, Abel.

I vigili del fuoco, arrivati in forze, hanno bonificato l’edificio da una decina di bombole del gas e utilizzato flessibili e piedi di porco per entrare nelle stanze che erano sigillate. Sul posto anche il sindaco Dario Nardella. "C’è il rammarico – commenta – per il fatto che lo sgombero non sia stato fatto nelle ore immediatamente successive all’occupazione abusiva, come io in prima persona avevo chiesto. Ci sono tutta una serie di procedure che scattano e che impediscono che lo sgombro venga fatto nelle ore immediatamente successive all’occupazione di uno stabile. Non è questo il momento di recriminare, né di fare polemiche politiche". E sull’ipotesi racket in struttura aggiunge: "A noi non sono arrivate segnalazioni, ma qualsiasi attività illecita che possa essere collegata a questa occupazione è bene che sia indagata, noi non entriamo nel merito delle indagini". La procura intanto iscriverà nel registro degli indagati alcuni degli occupanti dell’ex albergo sgomberati oggi.

L’assessore Funaro ringrazia per l’impegno nella maxi operazione e "il prezioso lavoro di squadra interistituzionale – spiega – l’importante collaborazione di prefettura, questura, digos, arma dei carabinieri, servizi sociali, Fondazione solidarietà Caritas, cooperativa Girasole, vigili del fuoco, guardia di finanza, 118 e polizia municipale". Ma anche i servizi sociali e i gestori delle strutture "riusciti in poche ore a individuare soluzioni per queste persone".

Claudio Capanni