stefano brogioni
Cronaca

Ex Astor, prolungata l’accoglienza. Ma il destino di Kata resta un rebus

Prefettura, il Comitato allunga l’assistenza agli ex occupanti, ospitati alla foresteria Pertini e in altre strutture. E dopo 80 giorni di indagini senza esito spuntano nuove piste: anche quella di uno scambio di persona

Ex Astor, l'hotel da dove è scomparsa Kata

Firenze, 31 agosto 2023 – Il 30 agosto avrebbe dovuto terminare l’accoglienza cuscinetto degli ex occupanti dell’hotel Astor di via Maragliano, sgomberati il 17 giugno a una settimana di distanza dalla scomparsa della piccola Kataleya Mia Alvarez, per tutti Kata.

Ma il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica riunitosi in prefettura, in questi giorni impegnato a gestire un’altra emergenza legata all’accoglienza dei migranti, di concerto con le istituzioni, tra cui Palazzo Vecchio, ha deciso di prorogare l’assistenza verso le famiglie (in gran parte peruviane, molte con bambini piccoli) che dal settembre 2022 fino allo scorso giugno avevano trovato casa nell’ex albergo. Gli ex occupanti sono in gran parte alla foresteria Pertini di Sorgane e in altre strutture.

Una proroga con scadenza da definire, ma nel frattempo si pensa a come poter ricollocare nuclei che, senza un aiuto, avranno difficoltà a inserirsi nel mercato degli affitti “regolari“.

Intanto, proseguono le indagini sulla scomparsa della bambina. E mai come in questo caso, è appropriato dire che gli inquirenti stanno facendo luce a 360 gradi sulle possibili piste che potrebbero aver scatenato un rapimento della bimba di cinque anni. L’ultima porta direttamente in Perù, ed è legata all’ipotesi di uno scambio di persona: e cioè che non fossero Kata e la sua famiglia i destinatari di una vendetta, ma un’altra occupante dell’Astor, madre di una bambina compagna di giochi della piccola di cui non si hanno più notizie dal 10 giugno scorso, obiettivo di una ritorsione legata a una storia di droga.

Ma per spiegare questa ipotesi, che il padre di Kata, Miguel Angel Chicclo ha illustrato anche alla pm Christine Von Borries, bisogna per un attimo mettere da parte l’Astor e riavvolgere il nastro fino ad aprile 2022, periodo in cui l’albergo di via Maragliano non era stato ancora occupato.

Non molto lontano da lì, in via dei Marignolli, nell’appartamento della donna futura occupante dell’Astor, i poliziotti del commissariato di Rifredi - che conoscono palmo a palmo quell’angolo di città e le relative facce dello spaccio - fecero irruzione convinti che un uomo, legato alla donna, detenesse droga.

E in effetti, della droga verrà trovata, in maniera un po’ rocambolesca, nei giorni seguenti: spuntò da un borsone in giardino, forse perché il pusher se ne disfece gettandolo dalla finestra per sfuggire all’arresto. Ci riuscì: subito dopo lasciò l’Italia, un modoanche per non saldare anche il conto con chi gli aveva fornito la partita di droga. Sarà poi arrestato in Spagna per un mandato d’arresto dal Perù. E oggi, per un caso del destino, il pusher è detenuto a Lima assieme allo zio paterno di Kata. Quest’ultimo, è stato raggiunto da una telefonata di suo fratello, padre della bimba scomparsa, in cui viene incaricato di indagare sulla possibilità che il rapimento di Kata fosse uno sbaglio di persona perché la donna a cui era legato il pusher, era una dell’Astor. Chi avrebbe preso Kata non cercava lei, ma la figlia di questa donna che in qualche modo è coinvolta nella “perdita“ della partita di droga?

Dopo 80 giorni di buio, nessuna pista può essere tralasciata.