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Ex Astor, due anni di occupazione: ecco perché non è stato sgomberato

L’ultimo fattaccio è di pochi giorni fa: il 29 maggio

Carabinieri fuori dall'ex Astor

Firenze, 11 giugno 2023 – L’ultimo fattaccio è di pochi giorni fa: il 29 maggio allhotel Astor di via Maragliano, nell’albergo occupato, si scatena un autentico assalto al fortino portato avanti da uno squadrone di sudamericani armati di coltelli che tentano di occupare più stanze dell’ex struttura alberghiera, facendo sloggiare gli occupanti con la forza.

E’ in quel frangente che mamme e bambini si barricano in alcuni locali e un 40enne ecuadoriano vola dalla finestra di una stanza al terzo piano, da sette-otto metri circa d’altezza e viene ricoverato a Careggi.

Episodi analoghi si susseguono di mese in mese, facendo temere il quartiere per un focolaio di illegalità che presto diventa incendio. Colpa dell’ombra del racket con le stanze subaffittate dai più ’forti’ e di una convivenza all’interno tutt’altro che semplice.

Risse, ferimenti, anche colpi esplosi in aria, forse da una scacciacani fanno da cornice alle notti burrascose di via Maragliano nel quartiere di Novoli, nell’immediata periferia di Firenze, a poche centinaia di metri dal polo universitario.

L’Astor è un bomba innescata che può deflagrare in qualsiasi momento.

L’occupazione

Dietro l’ennesimo episodio di cronaca c’è la storia nera di un’occupazione che dura da quasi due anni. E’ settembre 2022 quando lo stabile abbandonato (l’albergo chiuse i battenti nel 2020) viene invaso da disperati e senza casa: prevalentemente si tratta di peruviani, qualche ecuadoriano e rumeni che coabitano in condizioni precarie e difficilissime. Attualmente ci sono una cinquantina di persone all’interno ma il numero è stato sempre variabile tra le 30 e le 70 persone, a seconda dei momenti.

Il sequestro

In situazioni analoghe per eseguire lo sgombero sostanzialmente si agisce in due modi da prassi: in flagranza di reato entro 48 ore dall’occupazione, oppure in virtù di un sequestro preventivo della magistratura, chiesto (tanto che la Digos della questura depositò un’articolata informativa in procura) ma mai disposto, secondo quanto risulta a ’La Nazione’. Solo con il provvedimento del giudice ci sarebbero tutti i presupposti legali – fanno sapere in ambienti investigativi –  per riunire il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in prefettura e dare mandato alla forza pubblica di intervenire e, contestualmente, individuare sistemazioni per le categorie fragili, mamme e bambini in primis, attraverso i servizi sociali del Comune.