Il futuro dell’ex Astor, simbolo del mistero che ancora oggi avvolge il destino della piccola Kata, è strettamente legato alla sua destinazione d’uso e a eventuali vincoli urbanistici. Per Arrigo Brandini, presidente Fimaa, la Federazione degli agenti immobiliari di Confcommercio, "con l’attuale destinazione turistico ricettiva l’immobile potrebbe essere molto appetibile per gli investitori sia italiani che internazionali a caccia di posti letto da affittare". "Immobili con destinazioni diverse, come culturali o sociali, hanno un valore differente – riprende Brandini -. Tanto però poi dipende da eventuali vincoli".
Per Brandini, l’edificio composto da tre piani fuori terra con 57 camere con bagno, magazzino e due resedi esclusive, potrebbe arrivare a valere anche 3milioni di euro. Intanto, nel quartiere cresce l’attesa per il 6 febbraio del 2025, data in cui come annunciato da La Nazione, l’ex hotel Astor di via Maragliano andrà all’asta per 2 milioni di euro con offerta minima a partire da 1 milione e mezzo. L’albergo, che era stato occupato nel 2022 e diventato tristemente famoso per la scomparsa della piccola Kata il 10 giugno 2023 , ha una perizia che sottolinea uno stato decisamente problematico.
La struttura infatti "versa in uno stato di gravissimo degrado" con al suo interno anche "cumuli di macerie composte anche da cosiddetti rifiuti speciali" e necessita di una "ristrutturazione totale" per essere nuovamente agibile.
"La destinazione d’uso incide del 30% sul valore finale – le parole di Brandini -, ci sono alcuni edifici storici molto importanti, come ex conventi, che da anni sono in vendita senza che nessuno si faccia avanti".
Per Brandini, potrebbe essere un immobile appetibile per investitori che cercano strutture per aprire alberghi. In buona sostanza, la richiesta di posti letto è elevata. E a differenza di quanto accade per il mercato residenziale, dove in San Jacopino la percezione di insicurezza negli ultimi tre anni ha portato a una diminuzione del 9% del valore al mq, per il turistico-ricettivo il discorso è diverso. "Quello che mi auguro è che, come accade nel resto del mondo, venga destinata una porzione dell’immobile a spazio di aggregazione o culturale. Penso ai palazzi di New York, i piani terra ospitano quasi sempre librerie, spazi per artisti etc".
Intanto i residenti si stanno organizzando con un pacchetto di proposte che possa ridare nuova vita all’ex Astor. "Non c’è più un punto di aggregazione nel nostro quartiere, chiediamo che un piccolo spazio della struttura possa essere messo a disposizione di chi ci vive e lavora.
"Ci auguriamo che Palazzo Vecchio ci aiuti in questa battaglia" spiega il presidente del Comitato Cittadini attivi San Jacopino Simone Gianfaldoni. Che conclude: "Avremmo bisogno di un luogo dove riunirci, organizzare attività di svago per anziani e così via. In ogni caso, siamo veramente felici che l’hotel sarà venduto. In queste condizioni peggiora solo le condizioni di degrado della zona".
Rossella Conte